Un cambiamento significativo nel riconoscimento delle diverse forme di genitorialità in Europa, con un focus sulla maternità surrogata.
Il Parlamento Europeo ha proposto una norma che prevede il riconoscimento della maternità surrogata, con un’armonizzazione del diritto di famiglia in tutti i 27 Paesi membri dell’Unione Europea. Questa mossa mira a garantire che i figli di tutte le coppie ricevano le stesse tutele legali, indipendentemente dal modo in cui sono stati concepiti.
Maternità surrogata e certificato di genitorialità
Che si tratti di figli di nuclei omogenitoriali o che i figli siano stati concepiti attraverso forme di procreazione interna o esterna alla coppia, il Parlamento europeo ha stabilito che se si è genitori in un Paese Ue lo si deve essere in tutta l’Unione.
“La genitorialità deve essere riconosciuta indipendentemente da come un bambino è stato concepito, è nato o dal tipo di famiglia che ha”, sottolinea infatti il testo della norma proposta dall’Eurocamera. La norma però prevede il cosiddetto certificato di genitorialità che, una volta concesso da uno Stato membro, anche in formato digitale, dovrà essere riconosciuto in tutta quanta l’Unione.
Nonostante questa decisione, ogni Stato continuerà a decidere a livello nazionale su quali pratiche per la procreazione ammettere o vietare. Il Parlamento europeo ha evidenziato che il mancato riconoscimento di questo certificato “dovrà essere possibile solo per motivi rigorosamente definiti e dopo una valutazione individuale, per evitare discriminazioni”.
Tuttavia, non potrà più succedere che le forme di genitorialità legalmente riconosciute in un Paese, come la Spagna o l’Olanda, siano poi negate in un altro, come l’Italia.
Le reazioni dei partiti
Il provvedimento ha raggiunto 366 voti favorevoli, 145 contrari e 23 astensioni. Si schierano a favore della norma i liberali, i verdi e i socialisti, mentre troviamo i popolari – come anche Forza Italia – che si divide con le delegazioni nordiche a favore e quelle dell’Est più scettiche.
“Avremo più diritti per i genitori e i bambini”, ha commentato Sabrina Pignedoli del M5s, mentre il capodelegazione del Pd, Brando Benifei, ha commentato: “Una buona notizia per i due milioni di bambine e i bambini in Europa che rischiano di non vedere riconosciuti i loro genitori“.
Per Forza Italia invece, il provvedimento Ue è “un sotterfugio inventato per provare a imporre dall’alto il riconoscimento dell’aberrante pratica dell’utero in affitto“. “Ci batteremo ora affinché il Consiglio Ue eviti che tale regolamento possa avere luce verde e diventare operativo”, dichiarano Carlo Fidanza e Vincenzo Sofo.
Il cammino verso l’approvazione
Tuttavia, la strada verso l’approvazione definitiva della norma sulla genitorialità è ancora lunga e piena di sfide. Per diventare legge e vincolare anche senza l’approvazione dei parlamenti nazionali, il regolamento dovrà ricevere il via libera dai governi dei 27 Paesi membri attraverso il Consiglio dell’Ue.
Non sarà un processo facile, né è detto che la proposta rimanga invariata, dato che dovrà essere approvata all’unanimità.