Germania: il curioso caso di chi si finge ebreo per ottenere visibilità

Germania: il curioso caso di chi si finge ebreo per ottenere visibilità

Tre personaggi tedeschi di spicco sono stati scoperti: professavano una fede che non gli apparteneva, riaprendo una vecchia ferita del Paese.

Tre storie, con motivi diversi alle spalle, di persone che in Germania fingevano di appartenere alla Chiesa ebraica. Una bugia che alimentava e sfruttava una vecchia ferita del Paese, quella del nazismo e dell’olocausto, che, ancora oggi, porta molti tedeschi a sentirsi a disagio con un ebreo nei dintorni, specialmente se questi è discendente di un sopravvissuto alla Soluzione Finale.

Nello specifico, si tratta di una storica, un giornalista ed un ex insegnante, tutti colpevoli di essersi spacciati per qualcosa che non erano. I motivi dietro alla scelta dell’editorialista Fabrian Wolff, della studiosa Marie Sophie Hingst e del maestro ora pensionato Frank Borner non sono chiari ma di sicuro c’entrano con un qualche tipo di tornaconto personale.

Il peso della bugie

Il caso più tragico dei tre è sicuramente quello della Hingst. La giovane accademica aveva vinto nel 2017 un premio come blogger dell’anno in Germania grazie al suo sito: “Read On, My Dear, Read On“. Nei suoi articoli online parlava del passato della sua famiglia, apparentemente perseguitata e sterminata dai nazisti. La storica, però, fu scoperta e scelse di farla finita. Marie Sophie Hingst si è suicidata all’età di appena 31 anni.

Molto meno triste, ma altrettanto sconvolgente, la storia di Fabian Wolff. Il giornalista di uno dei più prestigiosi quotidiani di Monaco pubblicava spesso articoli contro Israele, rifugiandosi dietro alla sua proclamata fede ebraica. Oggi, però, il suo ex giornale sta facendo il possibile per cancellare qualsiasi traccia della sua firma.