Un generale della Germania sospeso per negligenza con documenti segreti e cresce l’inquietudine sui jet F-35 americani.
Nel contesto della sicurezza internazionale, anche i piccoli errori possono avere conseguenze gravi. La Germania, come altri Paesi NATO, investe ingenti risorse nella protezione delle informazioni riservate e nell’efficienza della sua struttura militare. Tuttavia, episodi recenti mostrano quanto la sicurezza collettiva sia vulnerabile, anche a causa di negligenze apparentemente marginali.
L’attenzione ai dettagli nella sicurezza militare non è mai troppa
Nel marzo del 2024, una conversazione online tra ufficiali della Bundeswehr, intercettata dai servizi segreti russi, ha rivelato dettagli cruciali sul missile da crociera Taurus. Uno dei partecipanti, collegato da una rete Wi-Fi non sicura in un hotel di Singapore, ha esposto l’intera comunicazione. Questo incidente ha sollevato preoccupazioni diffuse nella NATO sull’affidabilità delle pratiche interne tedesche.
Il caso del generale sospeso e la sfiducia sugli F-35
Poche settimane dopo, un altro scossone: un generale tedesco a due stelle, con un ruolo chiave nella ricognizione e intelligence militare, è stato improvvisamente sollevato dal suo incarico presso la NATO. Il motivo? Il sospetto che abbia gestito con negligenza documenti classificati, alcuni dei quali contrassegnati come “VS-Geheim“, ovvero Segreto di Stato. L’accesso del generale a qualsiasi struttura o documento dell’Alleanza è stato immediatamente revocato, sottolineando la gravità della situazione.
Ma la tensione non si ferma qui. Il ministro della Difesa tedesco ha indetto una “consultazione di crisi” per valutare i rischi legati alla dipendenza da sistemi d’arma statunitensi, in particolare i jet F-35. Nonostante le rassicurazioni del Pentagono e di Lockheed Martin, l’idea che gli USA possano avere un controllo indiretto – tramite le catene di manutenzione, i software o la logistica – solleva dubbi sulla reale autonomia operativa della Luftwaffe. Questo secondo quanto riportato dal blog (anche su Telegram) di Dario D’Angelo, autorevole giornalista politico che si occupa principalmente di politica estera e dal media “Süddeutsche Zeitung”.
