Il ministro dell’Interno tedesco Seehofer è finito al centro delle critiche dopo che un afgano si è suicidato a Kabul. Il migrante era stato espulso dalla Germania. Le opposizioni chiedono le dimissioni del leader Csu.
BERLINO – Horst Seehofer, ministro dell’Interno del governo Merkel, è ancora al centro del dibattito politico in Germania. Il leader dei cristiano-sociali, infatti, ha festeggiato il compleanno e il 10 luglio scorso ha fatto riferimento all’espulsione di 69 migranti afgani.
Migrante suicida
Il “festeggiamento” di Seehofer gli ha fatto piovere addosso le critiche delle opposizioni, le quali sono montate ancor di più dopo che si è appresa la notizia del suicidio di uno dei migranti rimpatriati, avvenuto in un albergo di Kabul.
Richiesta di dimissioni
Da più parti, sono arrivate con forza le richieste di dimissioni. Jan Korte, esponente del partito di estrema sinistra Die Linke ha dichiarato: “E’ arrivato il momento che Seehofer se ne vada“. Anche i Verdi attaccano il ministro: “Seehofer non ha fallito solo moralmente, semplicemente non ha capito il principio del primo articolo della nostra Costituzione“, ha detto il deputato di origine iraniana Omid Nouripour.
La replica del ministro
Seehofer ha tagliato corto, dichiarando: “Non è colpa mia“. Nel frattempo, il ministro degli Interni tedesco ha incontrato a Innsbruck l’omologo italiano Salvini. “Con la Germania abbiamo obiettivi comuni: meno sbarchi, meno morti, meno immigrati. Serve il supporto europeo per il controllo delle frontiere esterne, rivedendo le regole delle missioni europee nel Mediterraneo che portano tutti i migranti in Italia“.