Trump, Putin ed Europa: Gianfranco Fini ha detto la sua sulla situazione politica internazionale con particolare focus sul tycoon.
Le ultime mosse di Donald Trump, tra le trattative con Putin, Zelensky e i dazi, hanno portato diverse reazioni, anche in Italia. Nelle scorse ore, Gianfranco Fini ha commentato la grande attività del tycoon intervenendo nel corso del programma “Un alieno in patria”, condotto da Peter Gomez andato in onda sabato sera, in diretta, su Rai 3.

Gianfranco Fini: la situazione della Russia di Putin
Nel corso del suo intervento nella trasmissione di Rai 3, le cui parole sono state riportate in queste ore anche da Libero, Fini ha detto la sua su quelle che sarebbero le idee della Russia di Putin che, secondo lui, avrebbe ripreso “un’identità neozarista” che non ha nulla a che vedere con l’Unione Sovietica. In questo senso, passaggio collegato alla Russia e all’America, anche quello sulla Cina in quanto la “preoccupazione americana, e questo valeva anche con i democratici, non è più il pericolo che può venire dall’Atlantico; per pericolo non intendo l’invasione, intendo la competizione economica, la competizione finanziaria, il primato in alcune scienze e tecnologie da parte della Cina”.
L’idea su Trump e Usa
Le parole di Fini sono andate a ricostruire la situazione mondiale in riferimento a quelle che sono le attuali strategie di Trump che “vuole starsene tranquillo per quel che riguarda l’Europa e quindi sentire le ragioni di Putin e magari, se è possibile farlo, accontentare. È chiaro che l’Europa non può stare passiva a guardare, perché l’Ucraina è Europa e perché quando si è invasi, il diritto di difendersi è un diritto sacrosanto”.
In questa ottica, per Fini, Trump è “un fenomeno per certi aspetti incomprensibile, personalmente lo considero, spero tanto di sbagliare, preoccupante, ma il malessere americano è profondo, lui lo ha interpretato e, in qualche modo, partendo dal presupposto che gli americani sono i migliori, che gli americani possono, se vogliono, tornare ad essere una grande potenza, agisce guardando innanzitutto gli altri due player, la Russia e la Cina”.
Cosa c’è dietro il desiderio sulla Groelandia
Facendo riferimento sempre a Trump e il desiderio di avere la Groenlandia, Fini ha quindi detto: “Il presidente Truman molti decenni fa chiese di comperare la Groenlandia. Gli dissero di no. Quindi non è un fatto delle ultime settimane perché Trump incarna il modello dell’american first, della fortezza americana”. Per Fini la Groelandia è “in una posizione strategica. Con lo scioglimento dei ghiacciai l’Artico è diventato un mare importante per le rotte marittime e militari”, da qui la volontà del tycoon.