Vent’anni fa moriva Gianfranco Miglio, l’ideologo federalista: dalla Lega alla rottura con Bossi

Vent’anni fa moriva Gianfranco Miglio, l’ideologo federalista: dalla Lega alla rottura con Bossi

Il 10 agosto 2001 scompare Gianfranco Miglio. Giurista e politologo, sostenne la trasformazione dello Stato in senso federalista. Senatore della Lega fino al 2001.

Gianfranco Miglio se ne andava 20 anni fa nella sua Como, la città che gli aveva dato i natali nel 1918. Colpito da ictus l’anno prima, non si era più ripreso fino alla morte avvenuta il 10 agosto 2001.

La guerra e l’università

Laureatosi in Giurisprudenza all’Università Cattolica nel 1940 con una tesi sulle Origini e i primi sviluppi delle dottrine giuridiche internazionali pubbliche nell’età moderna, evitò l’arruolamento per la Seconda guerra mondiale a causa di un difetto uditivo congenito. Nel 1948 è libero docente. Dagli anni Cinquanta si è dedicato agli studi delle opere giuriste. Ha insegnato fino al 1988 Scienza politica presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ove fu preside della Facoltà di Scienze politiche dal 1959 al 1989. È stato allievo di Alessandro Passerin d’Entrèves e Giorgio Balladore Pallieri, sotto la cui docenza si è formato sui classici del pensiero giuridico e politologico.

Gianfranco Miglio e il federalismo

Fin dagli Anni ’40 ha approfondito il tema del federalismo. Il 27 aprile 1945, nell’immediato domani della Liberazione, fu tra i fondatori, a Como, del movimento federalista “Il Cisalpino”, con altri docenti dell’Università Cattolica di Milano. Ispirato alle idee di Carlo Cattaneo, il programma prevedeva la suddivisione del territorio italiano su base cantonale, secondo il modello svizzero, con la costituzione di tre grandi macroregioni (Nord, Centro e Sud).

Lega, Bossi e rottura

Nel 1992 venne eletto senatore tra le fila della Lega di Umberto Bossi. Nel 1994, tuttavia, il rapporto con il leader del Carroccio si incrinò: “Spero proprio di non rivederlo più… Per Bossi il federalismo è stato strumentale alla conquista e al mantenimento del potere. L’ultimo suo exploit è stato di essere riuscito a strappare a Berlusconi cinque ministri. Tornerò solo nel giorno in cui Bossi non sarà più segretario...”. Così Gianfranco Miglio lasciando il partito.