Gianni Rivera clamoroso: denuncia il Milan

Gianni Rivera clamoroso: denuncia il Milan

Il celebre ex calciatore, Gianni Rivera accusa il Milan di utilizzare indebitamente la sua immagine e i suoi cimeli nel museo di San Siro.

La leggenda del calcio italiano, Gianni Rivera, è al centro di una controversia legale con il suo ex club, l’AC Milan. In un’intervista rilasciata a La Repubblica, Rivera ha espresso la sua intenzione di portare il caso davanti alla Corte di Giustizia Europea per i diritti umani, a seguito dell’utilizzo non autorizzato del suo nome e della sua immagine da parte del club.

Gianni Rivera

I dettagli della controversia

Il fulcro del disaccordo tra Rivera e il Milan si concentra sull’esposizione di vari cimeli nel Museo di San Siro, tra cui maglie storiche e scarpini che sarebbero stati usati dal Rivera, Pallone d’Oro del 1969. Tuttavia, Rivera sostiene che alcuni di questi oggetti sono falsi e che il loro utilizzo è avvenuto senza il suo consenso.

Non ho nulla contro il Milan, ma contro chi guadagna sulla mia immagine da anni senza chiedere il permesso,” ha dichiarato Rivera. La disputa legale non è nuova: inizialmente, una sentenza aveva favorito Rivera, ma successivamente la Cassazione ha ribaltato la decisione. Permettendo al Milan di continuare ad esporre i cimeli, benché con limitazioni sull’uso a fini di lucro.

Il punto di vista di Rivera

Rivera ha espresso la sua frustrazione per la situazione, sottolineando come il Milan guadagni ingenti somme grazie a memorabilia che lui ritiene non autentici. “C’è una bacheca a San Siro con una maglia che dicono sia mia, ma dubito sia autentica. E poi ci sono scarpini etichettati come i miei, il che è impossibile, dato che li buttavo via ogni anno,” ha spiegato Rivera, aggiungendo anche il caso di un busto donatogli da uno scultore, che è stato esposto senza il suo consenso.

Questa controversia tra una delle più grandi leggende del calcio italiano e il suo storico club solleva questioni importanti sui diritti d’immagine e sul rispetto della proprietà intellettuale. Mentre il caso si avvia verso ulteriori sviluppi legali. Resta da vedere come questa battaglia influenzerà le relazioni tra ex atleti e le società per cui hanno giocato. Specialmente in termini di utilizzo dei loro nomi e memorabilia.