Giannini sulla guerra: “Le sanzioni non hanno un impatto determinante”

Giannini sulla guerra: “Le sanzioni non hanno un impatto determinante”

Il direttore de La Stampa Massimo Giannini sulla guerra si è espresso da Lilli Gruber a Otto e Mezzo. Il punto sulle sanzioni e sul gas.

Intervenuto nella scorsa puntata di Otto e Mezzo su La7 Massimo Giannini sulla guerra si è espresso mostrandosi scettico sulle attuali sanzioni imposte alla Russia. Questo il suo commento: “Sicuramente l’economia russa ne subisce un contraccolpo, anche al di là di quello che dice Putin. La Banca mondiale stima una caduta del prodotto interno lordo russo quest’anno intorno all’11-15%. Quindi un impatto l’hanno avuto, ma non è un impatto determinante sulla Russia”.

Il direttore de La Stampa ha posto l’attenzione, invece, su quello che si potrebbe ancora fare in termini di sanzioni. Ovvero “aggredire il capitolo fondamentale dell’economia russa che è ovviamente l’energia”. Secondo Giannini bisogna colpire di più il gas altrimenti “la guerra continuerà”. D’altronde il giornalista ha fatto notare come non sia previsto un cambio di regime in Russia e come l’economia russa possa continuare tranquillamente a reggere.

Massimo Giannini

La situazione del gas

Massimo Giannini ha poi parlato del premier Draghi e della sua ricerca di canali alternativi per l’approvvigionamento energetico. Tra questi c’è l’accordo con l’Egitto, che ha scatenato proteste per la mancata verità sulla morte di Giulio Regeni. E c’è poi un possibile accordo che arriverà dalla visita in Congo e in Angola, anche se andranno Di Maio e Cingolani perché Draghi ha il Covid.

Il direttore de La Stampa ha spiegato che servirebbero altri 5 miliardi di metri cubi di gas. Poi ha aggiunto: “Si stima che 1-2 gradi in meno di riscaldamento, non più solo per gli uffici pubblici ma anche per le abitazioni private nel prossimo inverno, dovrebbero ridurre, insieme ad un calo di 2 ore della copertura dei riscaldamenti, il nostro consumo energetico di quasi 4 miliardi di metri cubi di gas”.

Dunque se si trovassero questi 5 miliardi in più si riuscirebbe a compensare ma nonostante questo Massimo Giannini ha ammesso: “Se chiudiamo i rubinetti dovremmo fare sacrifici molto maggiori di questi, questi non bastano. Il problema è che non credo che chiuderemo i rubinetti”. La ragione risiede nel fatto che in Europa non c’è nessun accordo e che la Germania non lo vuole fare.

Giannini ha constatato come non si riesca a fare nemmeno un tetto al prezzo del gas a livello europeo, tentativo che sta facendo Draghi. “Quindi la guerra andrà avanti, è questa l’amara considerazione” ha concluso il giornalista.