Giappone protesta contro la Cina per la revoca dei visti

Giappone protesta contro la Cina per la revoca dei visti

Come ritorsione delle misure anticovid intraprese dai due paesi, Pechino decide di revocare i visti a Giappone e Corea del Sud.

Giappone e Corea del Sud, insieme a tanti altri paesi, hanno imposto restrizioni ai viaggiatori provenienti dalla Cina data la drammatica esplosione di contagi di Covid nel paese per evitare la diffusione. Pechino ha deciso di riaprire le frontiere dopo tre anni di isolamento proprio nel massimo picco di contagi allarmando tutto il mondo che è corso ai ripari. Ma la Cina non ci sta e ha iniziato ad applicare ritorsioni contro questi due paesi vicini.

L’ambasciata cinese a Seul ha detto di aver sospeso il rilascio di visti a breve termine per i visitatori provenienti dalla Corea del Sud dopo che aveva chiesto di eliminare “restrizioni d’ingresso discriminatorie” nei confronti della Cina. “Le misure di quarantena rafforzate del nostro governo nei confronti dei viaggiatori provenienti dalla Cina si basano su prove scientifiche e oggettive”, ha detto il ministro degli esteri sudcoreano.

Tokio Giappone

La rabbia di Tokyo ma la Cina minimizza

Misure simili sono state imposte anche nei confronti del Giappone. Per questa decisione il governo nipponico ha protestato in via formale contro la Cina per questa decisione contro i cittadini giapponesi. Tokyo, dopo la riapertura dei confini, ultima tappa dello smantellamento della politica Zero Covid domenica 8 gennaio, aveva deciso di rafforzare i controlli di coloro che provenivano dalla Cina.

Nel frattempo Pechino continua a minimizzare la portata della situazione e nascondere i dati reali, nonostante le varie richieste di trasparenza dell’Oms. Anche per questa mancanza di trasparenza da parte della Cina, memore del 2020, la comunità internazionale ha deciso di imporre precauzioni. Ma la Cina ha respinto le critiche sull’attendibilità dei suoi dati come tentativi di infangare il “successo” del Paese nella gestione della pandemia.