Giarrusso e la battaglia per la canapa: “Possiamo creare 300.000 posti di lavoro”

Giarrusso e la battaglia per la canapa: “Possiamo creare 300.000 posti di lavoro”

Intervista di Newsmondo.it all’europarlamentare, ex Iena ed ex M5S

Con la messa al bando della canapa, l’Italia rinuncia a circa 300.000 posti di lavoro con l’indotto. Ne è fermamente convinto l’europarlamentare Dino Giarrusso, che da tempo combatte quella che definisce “una battaglia di cultura, contro l’ignoranza”. In Italia non se ne parla molto, sebbene il nostro Paese sia stato il principale produttore mondiale di canapa, cosa che pochi sanno. Succedeva prima che entrasse in gioco “il proibizionismo spinto, quello che proibisce non soltanto la marijuana o l’hashish, ma la pianta stessa”, come lo definisce l’ex M5S. “In passato avevamo circa 170.000 ettari di territorio coltivato a canapa, grazie al quale si dava lavoro a 30.000/40.000 persone. Oggi, secondo le stime più sagge e prudenziali, sarebbero quasi dieci volte tanto. Cambierebbe completamente lo scenario economico per regioni come la Sardegna, la più votata alla coltivazione, ma anche la Sicilia e la Calabria. E’ per questo che mi batto su questo tema, fin da quando ero inviato de Le Iene“, spiega Giarrusso a Newsmondo.it.

Dino Giarrusso: “Non voglio legalizzare la droga: la canapa è ben altro”

La canapa è una delle più antiche coltivazioni della civiltà umana, che ci accompagna da migliaia di anni coi suoi svariati usi. “La Cappella Sistina è stata dipinta con colori all’olio di canapa, Cristoforo Colombo ha scoperto l’America navigando con vele e corde di canapa, la prima copia della Costituzione americana è stata scritta su carta di canapa…”, continua l’europarlamentare. Perché, allora è stata messa al bando? “Per un paradosso surreale. Immaginiamo che per combattere la piaga dell’alcolismo, si fosse vietato non solo l’alcool, ma anche la coltivazione dell’uva! Ecco, alla canapa è successo proprio questo: per evitarne l’uso ludico-ricreativo, circa 70 anni fa è stata proibita la coltivazione della pianta, che però ha diverse altre applicazioni, dall’edilizia alla cosmetica, dal tessile al medicinale. E’ anche molto utile sul piano ecologico, avendo un eccellente rapporto tra anidride carbonica assorbita ed ossigeno emesso. Inoltre, è capace di bonificare il terreno in modo economico, assorbendo i metalli pesanti. Rinunciamo a tutto questo perché una delle varianti della canapa ha tra i suoi principi attivi il thc, che è una blanda sostanza psicotropa, i cui effetti sono peraltro molto meno dannosi di quelli di alcool e tabacco”.

Ospedale

Le applicazioni più interessanti della canapa sono certamente quelle in campo medico: “Patologie legate alla demenza senile come l’Alzheimer, la terapia del dolore (ad esempio per pazienti oncologici che mal tollerano la chemioterapia), l’anoressia, la depressione, la schizofrenia e altri problemi psichiatrici possono essere trattati efficacemente con la canapa, anche come coadiuvante. Però quando ne parlo con politici di altri schieramenti, mi rimproverano dicendo che voglio ‘legalizzare la droga’, il che è una stronzata, anche se fa presa sulla gente. Al di là del fatto che altre sostanze (legali) fanno più danni, per me bisogna fare una legge che separi nettamente l’uso ludico-ricreativo dagli altri impieghi e lo dico anche in contrasto con alcuni promotori delle iniziative sulla legalizzazione, che invece vorrebbero un via libera tout-court. A mio avviso, invece, va sancito in modo chiaro che una pianta con meno dello 0,5% di thc come principio attivo non può essere considerata narcotica: questo sarebbe un primo passo decisivo per la filiera, poi potremmo aprire le discussioni sulla legalizzazione, anche per stroncare il business delle mafie”.

Canapa, Dino Giarrusso: “Mi ha fatto piacere l’apertura di Elly Schlein”

Quali sono, invece, le parti politiche che condividono la sua battaglia? “Ci sono molte persone attente al tema, in maniera trasversale”, spiega Giarrusso a Newsmondo.it.” Sono molto contento di aver sentito aperture anche da parte di Elly Schlein, mentre il M5S se ne è interessato in passato, così come +Europa. Per la destra è molto comodo parlare in maniera incolta della canapa come di una droga. Se invece ci fosse un regolamento europeo che liberalizzasse la coltivazione della canapa a basso tenore di thc (quindi per gli altri scopi non ludici) sarebbe un vantaggio enorme. In Italia vige una legge piuttosto buona, ma è vanificata dalla prassi. Ad esempio ci sono agricoltori che la coltivano nel pieno rispetto delle leggi, eppure subiscono sequestri da parte di giudici troppo zelanti e il raccolto, dopo le analisi di rito, viene restituito quando ormai è da buttare. Questo è gravissimo. Ancora peggio è pensare al fatto che ci sono bambini epilettici che riescono a stare meglio solo grazie a olio di cannabis e mamme che non riescono a trovarlo per curarli. In Italia il medico può prescrivere la cannabis titolata, ma se ne produce così poca – all’Istituto Militare di Firenze – che di solito verso marzo/aprile finisce e i malati sono costretti a comprarla dagli spacciatori, a spese loro (in barba al diritto alla cura garantito dalla Costituzione) e col rischio di acquisire un prodotto pericoloso. Il tutto per un tabù culturale, legato all’ignoranza. Quando sento il governo Meloni dire di voler mettere al bando anche la cannabis light, pienamente legale, mi metto le mani nei capelli: c’è un gioco politico basato su informazioni antiscientifiche. Per questo organizzo convegni nei quali se ne parla con medici, che non necessariamente sono tutti d’accordo tra loro, anzi: ci sono posizioni diverse sulla legalizzazione per uso ludico, ma questo fa solo bene al dibattito culturale. Va anche detto che sulla canapa c’è poca letteratura scientifica, questo perché i risultati empirici fanno sì che le aziende farmaceutiche non vogliano investire su questo fronte. Il timore di alcuni lobbisti è che la canapa renda obsoleti alcuni psicofarmaci che sono sempre più diffusi in una popolazione che invecchia e che oggi sono un grande business”.

Elly Schlein
Dino Giarrusso: “Con queste battaglie voglio dare un contributo al centrosinistra unito”

Il fatto che lei ed Elly Schlein la pensiate allo stesso modo sulla canapa può contribuire a riallacciare il filo del suo rapporto col Pd, che si è interrotto bruscamente? “Beh, in Italia fanno politica persone condannate per mafia e reati contro il patrimonio, ma anche gente che ha cambiato fino a 21 partiti. Io sulle mie spalle non ho nemmeno una condanna – e nemmeno un processo in atto! – quindi francamente non capisco proprio che cosa mi si contesti. Mi pare che nel mio caso ci sia stata una reazione ridicola e immotivata al mio annunciato passaggio nel Pd, essendo un uomo di sinistra da tempi non sospetti. Ho quindi deciso di lasciare le cose in sospeso fino alla fine del congresso del Pd, d’accordo con Stefano Bonaccini e anche con altri dirigenti Dem che mi stimano e che hanno sostenuto Elly Schlein. Devo dire che la nuova segretaria del Pd è stata correttissima nei miei confronti, perché ha smentito il fatto che prima di dichiarare il mio sostegno a Bonaccini io fossi andato a trattare con lei. Non che ci sarebbe qualcosa di male, ma semplicemente non è successo”.

Ora il congresso è finito: è il momento di prendere una decisione… “Si, ma come dice efficacemente Brando Benifei il percorso costituente continua, Elly Schlein dice che il partito è aperto, il tesseramento è stato riaperto e quindi ne prossimi giorni ne riparleremo: io vorrei portare un contributo positivo al Pd e a tutto il centrosinistra, che a mio avviso deve rimanere unito per evitare di regalare alla destra non solo il governo nazionale, ma tutte le regioni e i comuni. Faremo un percorso. Se dovrò chiedere scusa a qualcuno, come ha detto Bonaccini, non sarà questo il problema. Io semplicemente mi auguro di poter continuare a fare politica per combattere le mafie e per far crescere il Paese anche con battaglie civili e culturali come quella sulla canapa, la tutela dell’ambiente, la legalità, l’attenzione ai più deboli e nuovi investimenti in scuola, università, cultura e lavoro, temi che secondo me il centrosinistra deve necessariamente riprendere e fare propri”.

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