Gino Cecchettin replica al ministro Valditara e gli spiega qual è il vero concetto di violenza dei nostri tempi.
Durante la presentazione alla Camera dei Deputati della Fondazione Giulia Cecchettin, Gino Cecchettin ha rivolto un messaggio chiaro al ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, che in un videomessaggio aveva collegato l’aumento della violenza sessuale alla “marginalità derivante dall’immigrazione illegale”.
Il padre di Giulia Cecchettin risponde a Valditara
“Chi ha portato via mia figlia è italiano. La violenza è violenza, indipendentemente da dove essa arrivi. Non ne farei un tema di colore, ma di azione”, ha sottolineato il padre di Giulia, uccisa l’11 novembre 2023 dall’ex fidanzato, Filippo Turetta, un giovane italiano.
Attraverso un’intervista al Corriere della Sera, Gino Cecchettin ha affrontato anche il tema del patriarcato, rispondendo alla descrizione fornita da Valditara: “Non è che se neghi una cosa questa non esiste. Il patriarcato è fatto di soprusi, violenze e prevaricazioni. È un problema sociale, non ideologico”.
Secondo Cecchettin, il timore verso la parola “patriarcato” rischia di rallentare la comprensione e la lotta contro un fenomeno che è ben descritto nei manuali e che rappresenta il cuore del problema.
La Fondazione Giulia Cecchettin si concentrerà su progetti di formazione ed educazione all’affettività. Come dichiarato dal padre di Giulia: “Il nostro è uno sforzo educativo rivolto all’amare, non all’odiare”.
Nonostante le difficoltà che potrebbero emergere con l’attuale clima politico, Cecchettin è ottimista: “Sono sicuro che non ci saranno problemi”.
Le parole di Elena Cecchettin
Anche Elena Cecchettin, sorella di Giulia, ha commentato sui social il discorso di Valditara, esprimendo perplessità sulle azioni concrete intraprese dal governo.
Ecco le sue parole: “Oltre al dépliant proposto (che già qui non commentiamo) cos’ha fatto in questo anno il governo?”, si è chiesta la sorella di Giulia, aggiungendo: “Dico solo che se si ascoltasse, invece di fare propaganda alla presentazione della fondazione che porta il nome di una ragazza uccisa da un ragazzo bianco, italiano e “per bene”, forse non continuerebbero a morire centinaia di donne nel nostro paese ogni anno”.