Giorgia Meloni naviga le complesse dinamiche dei top jobs in Europa, cercando di ottenere deleghe di peso per l’Italia.
La presidente del consiglio, Giorgia Meloni, si trova al centro di un intricato gioco politico a Bruxelles, dove le decisioni sui top jobs europei stanno creando onde d’urto anche nei rapporti di maggioranza in Italia. Meloni ha espresso la sua opposizione a Kaja Kallas come Alto rappresentante e ad Antonio Costa per la presidenza del Consiglio europeo, ma ha scelto di astenersi sulla conferma di Ursula von der Leyen alla guida della Commissione. Questo gesto ha lasciato aperto uno spiraglio per negoziare ruoli e deleghe di peso per l’Italia.
Un’opportunità per Meloni nelle deleghe Europee
In Consiglio europeo, Meloni ha criticato sia il metodo che il merito delle scelte, ma ha evitato una frattura con Forza Italia. Il vicepremier Antonio Tajani ha sottolineato che la decisione di Meloni ha tenuto conto della posizione di Forza Italia, creando un delicato equilibrio politico. Ora, il focus è sulla trattativa con von der Leyen per ottenere una vicepresidenza della Commissione e una delega significativa, possibilmente legata alla supervisione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). Anche se questo obiettivo appare difficile, si discute di alternative come una delega sulla coesione o collegata al Pnrr.
Tra i candidati per queste deleghe, il nome del ministro Raffaele Fitto emerge con forza. Se Fitto dovesse trasferirsi a Bruxelles, la sua delega potrebbe passare a Meloni con un interim. Tuttavia, da Palazzo Chigi non trapelano strategie precise. Le opposizioni, dal canto loro, criticano duramente la strategia di Meloni, sostenendo che l’Italia si stia isolando in Europa.
Il contesto politico italiano ed europeo
Le trattative in corso non riguardano solo la posizione dell’Italia in Europa, ma anche la tenuta della maggioranza di governo. Le opposizioni accusano Meloni di giocare a nascondino e di negoziare sottobanco, mentre il segretario della Lega, Matteo Salvini, parla di un “colpo di stato” da parte di Bruxelles, criticando la riconferma di von der Leyen. Queste parole hanno suscitato la reazione di Tajani, che ha ribadito l’importanza di mantenere un linguaggio politico costruttivo a livello europeo.
Il prossimo momento cruciale sarà il voto del Parlamento europeo il 18 luglio per la conferma definitiva di von der Leyen. Meloni potrebbe utilizzare i voti dei suoi eurodeputati come leva nelle trattative. Tuttavia, l’incertezza resta alta, dato che il voto sarà segreto e le alleanze in Europa sono in continuo cambiamento. La strategia di Meloni sarà quindi determinante per capire se l’Italia riuscirà a ottenere un ruolo di rilievo nelle istituzioni europee o se, come temono le opposizioni, resterà marginalizzata.
La partita è ancora aperta. Meloni deve navigare tra le insidie delle politiche europee e le pressioni interne, cercando di ottenere per l’Italia una posizione che ne valorizzi il peso e l’importanza nell’Unione Europea.