In un contesto in cui il dibattito sulle tasse infiamma l’opinione pubblica italiana, Giorgia Meloni, insieme al ministro dell’Economia Giorgetti e al vice Leo, prende posizione con una riforma fiscale.
Le tasse sono bellissime? No secondo Giorgia Meloni che in settimana ha presentato pubblicamente, insieme al ministro dell’economia Giorgetti e al suo vice Leo, le novità della riforma del fisco. .
L’uscita può sembrare bizzarra e in effetti senza un riscontro storico lo sarebbe. A dire che le tasse erano bellissime fu il compianto Padoa Schioppa nel 2007. Un afflato estetico che in realtà celava un afflato civico: le tasse sono in realtà utilissime perché con quei soldi uno Stato democratico restituisce ai cittadini servizi fondamentali, sanità, istruzione, welfare.
Il termine bellissimo rimane semanticamente stonato perché l’estetica non c’entra nulla con l’etica sociale, e anche per Kant che sul tema ha scritto l’enigmatica Critica del giudizio, il passaggio dal buono al bello rimane soggettivo e in fondo uno schema logicamente non universale.
Sicuramente il bello o anche il più modesto piacevole non si possono applicare agli italiani che in tutti i sondaggi sociali dimostrano la loro intolleranza verso le regole e in particolare verso il senso comune della Repubblica.
Insomma siamo individualisti e potenzialmente evasori.
Anche di fatto se pensiamo che il 12 per cento dei nostri cittadini paga il 60 per cento dell’Intera Irpef. Il danno per l’erario è di circa 100 miliardi, 24 recuperati quest’anno ( ed è record ).
Siamo evasori in grande, le cifre sui conti esteri, e lo siamo in piccolo, antropologicamente, l’ordinario nero quotidiano delle attività di routine. La tecnologia ci aiuta ma più importante è la testa, il cambio di mentalità.
Ed è a questo che punta la Meloni con le sanatorie sulle cifre ormai perse per sempre e sulle rate monstre per dilazionare nel tempo ciò che si deve. Regalo agli evasori, tuonano le opposizioni ( che tuonano su ogni cosa del resto ), no rapporto più amichevole del Fisco con il cittadino ribatte il governo. Sarà la via giusta ? Perché a proposito di parole , noi capiamo un altro superlativo: le tasse devono essere giustissime, ognuno nella scala sociale deve pagare ciò’ che deve e ciò che può.
Allora magari sentiremo dentro di noi, con Kant, il brivido universale della bellezza che ci accomuna.