Un passo avanti verso la Terza Repubblica: Giorgia Meloni guida il cambiamento con una norma anti-ribaltone.
La scena politica italiana si sta muovendo rapidamente verso una nuova fase di stabilità, grazie alle proposte di riforma avanzate da Giorgia Meloni. Questa mossa viene vista come un tentativo di consolidare la democrazia dell’alternanza e trasportare l’Italia nella Terza Repubblica.
Focus sul Premierato
Un punto cruciale della proposta è la modifica del processo di sfiducia. Contrariamente al modello tedesco di sfiducia costruttiva, la riforma proposta introduce una “norma anti-ribaltone” che previene elezioni automatiche nel caso di caduta del premier, offrendo invece l’opportunità di ricostruire la maggioranza esistente.
Questa norma è stata progettata per mantenere la coerenza della coalizione governativa. Se, per esempio, il premier Meloni dovesse cadere, un altro esponente dello stesso schieramento politico potrebbe prenderne il posto, garantendo continuità e stabilità.
La “norma anti-ribaltone” è vista come un mezzo per evitare giochi politici che potrebbero emergere tra gli alleati di Centrodestra. Meloni, attraverso questa riforma, cerca di prevenire sorprese politiche ed assicurare una guida stabile del paese.
Un cammino difficile in Parlamento
La strada per l’approvazione di queste riforme non sarà facile. Molti parlamentari, esclusi quelli rimasti con Matteo Renzi, potrebbero non supportare la proposta. La resistenza è prevista in particolare dal Partito Democratico e dal Movimento 5 Stelle.
Senza il supporto dei due terzi in entrambe le camere, la riforma sarà sottoposta a referendum popolare, come previsto dalla Costituzione italiana. Questa situazione evoca ricordi del 2016, quando l’ex premier Renzi dovette dimettersi dopo il fallimento del referendum sulle sue riforme. Tuttavia, Meloni è convinta che il referendum possa rafforzare ulteriormente la sua posizione.
Dopo la riforma costituzionale, il desiderio di Meloni è indire nuove elezioni e ritornare a Palazzo Chigi con poteri rafforzati. Con i tempi tecnici necessari per i passaggi parlamentari, si prevede un possibile referendum nel 2025 e le elezioni politiche all’inizio del 2026.
In sintesi, l’approccio preventivo di Meloni mira a evitare instabilità politica futura. La “norma anti-ribaltone” è un compromesso tra l’idea di un ritorno immediato alle urne e la sfiducia costruttiva alla tedesca, rappresentando un passo avanti verso una politica italiana più stabile e prevedibile.