Il nostro Paese ha l’agricoltura più green e variegata d’Europa, afferma Coldiretti. Ma clima e cementificazione minacciano l’ambiente.
Si festeggia il 5 giugno di ogni anno la Giornata Mondiale dell’Ambiente, introdotta dall’ONU a partire dal 1972, per sensibilizzare sulla salvaguardia del territorio. L’Italia prende parte ai festeggiamenti, e lo fa distinguendosi per essere il Paese con l’agricoltura più green d’Europa, secondo quando riporta Coldiretti.
Italia leader nell’agricoltura biologica e nella biodiversità
L’Italia è infatti in testa rispetto al resto dei paesi Ue per numero di aziende agricole biologiche, ben 86.000, e può vantare prodotti agroalimentari particolarmente sani, con pochi residui chimici non conformi, a differenza di quelli importati, il cui tasso di irregolarità raggiunge il 6,5%.
In aggiunta, “con 5450 specialità ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni censite dalle Regioni, 320 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg” – come afferma Coldiretti nel suo comunicato – l’Italia spicca davvero rispetto alle altre nazioni per la sua biodiversità e la qualità dei suoi prodotti.
Il terreno italiano offre quasi il doppio di tipologie di viti rispetto alla Francia e sette volte il numero di varietà di olive della Spagna: Coldiretti invita quindi a proteggere le peculiarità dell’ambiente italiano, che sempre più sono messe a rischio da diversi fattori.
I rischi per l’ambiente: cementificazione e cambiamento climatico
Il primo è quello dell’avanzamento delle città e della cementificazione, che, associato all’abbandono dei terreni, ha causato la perdita del 30% dei terreni fertili negli ultimi 50 anni, rendendo quindi l’Italia più dipendente dalle importazioni dall’estero e minando la tenuta idrogeologica della terra.
A questo si aggiungono i numerosi problemi causati dal cambiamento climatico: il clima mediterraneo sta diventando sempre più tropicale, con periodi molto secchi alternati a periodi di precipitazioni violente. Anche questo incide nel rendere il terreno meno capace di assorbire acqua, alimentando il rischio di alluvioni e frane, come abbiamo visto tutti nel mese scorso in Emilia Romagna.
Secondo l’Ispra, 9 comuni su 10 in Italia hanno aree a rischio idrogeologico: Coldiretti propone “interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque con le opere infrastrutturali, potenziando la rete di invasi sui territori, creando bacini e utilizzando anche le ex cave per raccogliere l’acqua piovana in modo da gestirne l’utilizzo quando serve”.