In tempi di crisi economica le gite scolastiche diventano un problema per le famiglie nonostante siano più brevi e meno costose.
Con la primavera inizia il periodo delle gite scolastiche ma la crisi economica colpisce anche i viaggi di istruzioni e metà degli studenti è costretto a rinunciarvi. Secondo un rapporto di Skuola.net su classi medie e superiori, la metà degli studenti non potrà partire per la gita scolastica di più giorni a causa della crisi economica ma anche dal problema che non vi sono professori per accompagnarli.
Il sondaggio del portale Skuola.net che ha intervistato 3.500 studenti ha rivelato che solo il 18% di loro ha partecipato alla gita, il 30% ha in programma di partire mentre il 17% è convinto che non partirà perché non è stato organizzato nulla mentre è già una certezza per il 28% che sa che non ci sarà nessun viaggio di istruzione. Il motivo è legato ai problemi economici legati sia all’inflazione che alla crisi economica e all’irreperibilità dei docenti.
Le cause delle mancate partenze
Uno studente su 10 non andrà in gita per scelta personale o della famiglia mentre il 28% degli studenti intervistati non farà nemmeno la gita giornaliera, senza pernottamento. La causa del 34% delle mancate gite scolastiche è il rifiuto dei professori di prendersi la responsabilità di accompagnare gli adolescenti fuori. Ma un caso su quattro deve imputare la colpa alle difficoltà economiche.
Secondo l’osservatorio, i costi dei viaggi delle gite scolastiche, tra albergo, trasporti e pasti, sono un fattore determinante per il 26% dei casi che sceglie l’economicità. Per quanto riguarda le mete, si tende a restare nei confini nazionali (3 su 4) perché i viaggi all’estero sono solitamente più cari.
Nel 43% dei casi le gite saranno tra i due e i tre giorni e solo in rari casi si sfiora la settimana. In due casi su tre il budget per il soggiorno non supererà i 400 euro mentre un caso su 5 riesce a stare sotto i 200 euro. Ma il fattore economico non è l’unica motivazione di una mancata adesione alle gite scolastiche, molti studenti hanno deciso di non partire per il mancato desiderio di socialità nel 36% dei casi che supera anche il motivo economico.
