Il discorso di Papa Leone XIV all’udienza del Giubileo dei Governanti: un monito a combattere le disuguaglianze e tutelare la dignità umana.
Nel contesto dell’Anno Santo 2025, Roma ha ospitato il Giubileo dei Governanti e Amministratori, evento svoltosi nell’Aula della Benedizione alla presenza di delegazioni provenienti da 68 Paesi del mondo. Tra le autorità italiane presenti, il Papa ha salutato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il presidente della Camera Lorenzo Fontana, all’inizio del suo discorso.

Un richiamo alla giustizia sociale
Durante l’udienza, Papa Leone XIV ha ricordato ai leader mondiali il valore etico della loro missione, queste le parole riportate da rainews.it: “il compito, a voi affidato, di promuovere e tutelare, al di là di qualsiasi interesse particolare, il bene della comunità, specialmente in difesa dei più deboli ed emarginati”. Ha poi denunciato le profonde disparità economiche, affermando: “Si tratta di adoperarsi affinché sia superata l’inaccettabile sproporzione tra una ricchezza posseduta da pochi e una povertà estesa oltremisura”.
Con parole forti, ha richiamato l’urgenza di ascoltare chi soffre: “Quanti vivono in condizioni estreme gridano per far udire la loro voce e spesso non trovano orecchie disposte ad ascoltarli”. Tale squilibrio, ha spiegato, “genera situazioni di permanente ingiustizia, che facilmente sfociano nella violenza e, presto o tardi, nel dramma della guerra”.
Il Pontefice ha così esortato i governanti a mettere in atto una buona azione politica che favorisca la equa distribuzione delle risorse, in grado di “offrire un efficace servizio all’armonia e alla pace sia a livello sociale, sia in ambito internazionale”.
Intelligenza artificiale e dignità umana
Uno dei passaggi centrali del discorso ha riguardato lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, definito “una grande sfida nell’intelligenza artificiale”. Il Papa ha ammonito che questa tecnologia sarà utile solo “nella misura in cui, però, non porti a intaccare l’identità e la dignità della persona umana e le sue libertà fondamentali”.
Ha aggiunto: “non bisogna dimenticare che l’intelligenza artificiale ha la sua funzione nell’essere uno strumento per il bene dell’essere umano, non per sminuirlo o addirittura per definirne la sconfitta”. Secondo Leone XIV, “la vita personale vale molto più di un algoritmo e le relazioni sociali necessitano di spazi umani ben superiori agli schemi limitati che qualsiasi macchina senz’anima possa preconfezionare”.
Ha quindi concluso con una riflessione sulla memoria e la creatività umana: “pur essendo in grado di immagazzinare milioni di dati […], l’intelligenza artificiale rimane dotata di una ‘memoria’ statica, per nulla paragonabile a quella dell’uomo e della donna, che è invece creativa, dinamica, generativa, capace di unire passato, presente e futuro in una viva e feconda ricerca di senso, con tutte le implicazioni etiche ed esistenziali che ne derivano”.
Infine, un forte appello al dialogo interreligioso: “l’azione politica può fare tanto, promuovendo le condizioni affinché vi sia effettiva libertà religiosa e possa svilupparsi un rispettoso e costruttivo incontro tra le diverse comunità religiose”. Per il Papa, “un riferimento imprescindibile è quello alla legge naturale, non scritta da mani d’uomo, ma riconosciuta come valida universalmente e in ogni tempo”.
Un discorso che richiama ogni governante a farsi carico delle disuguaglianze, del rispetto per la dignità umana, della regolamentazione etica della tecnologia e della pace tra le fedi, nel solco di una politica ispirata al bene comune.