Caso shock: il giudice tifoso ha protetto dalle accuse un attaccante del Torino?

Caso shock: il giudice tifoso ha protetto dalle accuse un attaccante del Torino?

Il pm Enzo Bucarelli non ha mai nascosto la sua fede granata ed ora si ritrova indagato per frode in processo penale e depistaggio.

La procura di Milano, secondo quanto riportato da La Stampa, ha ufficialmente aperto un fascicolo di ingagine per frode in processo penale e depistaggio nei confronti del pm di Torino Enzo Bucarelli. Il giudice, infatti, sarebbe accusato di aver protetto un calciatore granata, squadra che non ha mai nascosto di tifare, denunciato dalla ex fidanzata per revenge porn.

Torino

Il caso Demba Seck

Enzo Bucarelli era il pm incaricato di indagare sul caso di revenge porn legato alla relazione fra Demba Seck, attaccante del Torino, ed una ragazza che lo aveva accusato di averla minacciata di voler condividere alcuni suoi filmati compromettenti. Il giocatore senegalese, secondo quanto affermato dalla ex compagna, non aveva accettato la fine della loro relazione.

Il giudice tifoso granata

Il fatto che a Bucarelli fosse stato assegnato questo caso aveva fatto storcere il naso a qualcuno dei legali, visto il poster del Grande Toro affisso nell’ufficio del pm nel palazzo di giustizia del capoluogo piemontese.

Il giudice, secondo le accuse della Procura di Milano, avrebbe avvisato l’agente del giocatore che sarebbe stata effettuata una perquisizione a casa di Seck ed infatti, all’arrivo della Guardia di finanza e dei carabinieri, nell’appartamento del calciatore erano presenti i suoi legali.

Bucarelli, inoltre, avrebbe partecipato personalmente alla perquisizione e, davanti agli agenti, avrebbe cancellato il video citato nell’esposto dell’ex fidanzata dal giocatore senegalese sia dalla memoria del telefono che dalle chat con gli amici del tesserato granata con cui sarebbe stato condiviso. Bucarelli si sarebbe difeso dicendo che non erano presenti “esigenze investigative” ma l’episodio è stato denunciato dai finanzieri presenti, insospettiti da quel gesto. Tutto questo è ancora da confermare: la Procura di Milano è al lavoro.