Tragedia Giulia Cecchettin: come è stata uccisa e l’appello a Filippo

Tragedia Giulia Cecchettin: come è stata uccisa e l’appello a Filippo

Un fatale epilogo: Giulia Cecchettin uccisa e abbandonata, la disperata difesa e l’appello alla giustizia, com’è accaduto il tutto.

Il lago di Barcis, situato nella pittoresca provincia di Pordenone, è stato teatro di un tragico evento: il ritrovamento del corpo senza vita di Giulia Cecchettin, una giovane di 22 anni. Le indagini hanno rivelato che Giulia ha subito un violento assalto, caratterizzato da numerose coltellate alla testa e al collo. Il suo corpo, segnato da ferite difensive su mani e braccia, testimonia una disperata lotta per la sopravvivenza.

Giulia Cecchettin foto

Un’aggressione notturna e la fuga

I tragici eventi hanno preso una svolta nella notte tra sabato 11 e domenica 12 novembre. Filippo Turetta, l’ex fidanzato di Giulia, è stato identificato come il principale sospettato. Dopo l’aggressione, avvenuta nell’area industriale di Fossò, vicino a Venezia, Filippo è fuggito, lasciando dietro di sé una scia di mistero e dolore. Telecamere di sorveglianza hanno registrato l’auto di Filippo dirigendosi verso il lago di Barcis, dove poi è stato ritrovato il corpo di Giulia.

Unità cinofile della Protezione Civile hanno rinvenuto il corpo di Giulia in un canalone tra il lago di Barcis e Piancavallo. Le forze dell’ordine hanno ricostruito che il corpo è stato abbandonato da Filippo al bordo di una strada, per poi rotolare lungo un dirupo. Questa strada, inaccessibile durante i mesi invernali, potrebbe non essere stata conosciuta da Filippo, aumentando il mistero sulle sue intenzioni.

Una svolta cruciale nelle indagini è arrivata quando una telecamera a Piancavallo, non operativa per manutenzione ma comunque in registrazione, ha catturato il passaggio dell’auto di Filippo. Questo ha permesso agli investigatori di concentrare la loro ricerca nella zona tra Piancavallo e il lago di Barcis, dove successivamente è stato ritrovato il corpo di Giulia.

Appelli alla giustizia e al dolore

I genitori di Giulia, così come l’avvocato Stefano Tigani e l’associazione Penelope, hanno espresso il loro dolore e la necessità di giustizia. Analogamente, i genitori di Filippo e il procuratore di Venezia, Bruno Cherchi, hanno pubblicamente invitato Filippo a costituirsi. Questi appelli riflettono la speranza di una risoluzione giusta e completa della tragica vicenda.

In una svolta investigativa, l’auto di Filippo Turetta è stata individuata in Austria il 12 novembre, fornendo un nuovo tassello nella ricostruzione dei movimenti del sospettato dopo il tragico evento. Questa scoperta potrebbe offrire nuove prospettive nelle indagini e avvicinare alla verità di questa dolorosa storia.