Giulia Cecchettin, nasce la Fondazione: il commovente appello del padre

Giulia Cecchettin, nasce la Fondazione: il commovente appello del padre

Gino Cecchettin lancia la Fondazione Giulia Cecchettin contro la violenza di genere: un impegno per dare sostegno alle vittime.

La Fondazione Giulia Cecchettin è stata presentata oggi alla Camera dei deputati, un anno dopo l’omicidio che ha sconvolto l’Italia.

La giovane studentessa di 22 anni è stata uccisa dall’ex fidanzato Filippo Turetta. Un evento tragico che ha portato la famiglia a trasformare il dolore in una missione concreta.

Il padre Gino Cecchettin ha dato voce a un messaggio di speranza: “Siamo qui per dare forma concreta a un sogno, nato da una tragedia immane“, ha dichiarato, sottolineando l’importanza di trasformare il dolore in impegno.

Giulia Cecchettin

Il discorso del padre di Giulia Cecchettin

Durante il suo discorso, riportato da Adnkronos.com, Gino Cecchettin ha evidenziato come la violenza di genere non sia “un fatto privato“, ma una responsabilità che coinvolge l’intera società.

Da quando è stata uccisa la mia Giulia sono state uccise 120 donne solo in Italia, migliaia nel mondo. Numeri inimmaginabili, non possiamo permetterci di essere indifferenti, non c’è più tempo per voltare lo sguardo altrove“, ha affermato con forza.

La Fondazione si propone di agire su più fronti: sensibilizzazione, sostegno alle vittime e interventi concreti per prevenire tragedie simili. La scelta di lanciare questa iniziativa alla Camera non è casuale. Vuole essere un appello alle istituzioni e alla società civile affinché si prenda consapevolezza della gravità del problema.

Una lotta contro il silenzio

La Fondazione Giulia Cecchettin vuole anche abbattere il muro di silenzio che spesso circonda le vittime di violenza.

Se siamo qui oggi è perché voglio credere che sia perché ognuno di noi desidera cambiare qualcosa, perché non possiamo più tollerare che il silenzio sia l’unica risposta per chi ha bisogno di aiuto” ha concluso Gino Cecchettin, richiamando la necessità di dare voce a chi non può più urlare.