Sfogo della nonna della povera Giulia Cecchettin, la signora Carla Gatto. La donna non ha digerito alcune parole dei legali di Filippo Turetta.
Sta avendo grande risonanza la vicenda legata al processo di Filippo Turetta, killer della povera Giulia Cecchettin. In particolare l’arringa fatta dagli avvocati del ragazzo dopo la richiesta dell’accusa relativa all’ergastolo. A parlare di quanto detto dai legali dell’assassino è stata, in queste ore, la nonna della vittima, la signora Carla Gatto.
Giulia Cecchettin, lo sfogo della nonna
A far parlare nelle ultime ore relativamente al caso dell’omicidio Giulia Cecchettin sono state alcune parole degli avvocati di Filippo Turetta, killer della ragazza. I legali, infatti, hanno provato a negare la premeditazione del delitto e hanno sottolineato come la pena dell’ergastolo sia “inumana”.
In questo senso, la nonna della povera Giulia, parlando a ‘Ore 14’ su Rai 2, ha tuonato: “Io penso sia un’assurdità. Ha detto delle parole assurde, viste le prove che ci sono e anche per come sono andati i fatti. Fa solo male sentire queste parole. Non ho visto Giulia in quelle parole, è come se fosse stata uno straccio. E invece Giulia è mia nipote e mi fa male solo pensare a questa cosa. Lei è la vittima, non Turetta”.
La sofferenza e la crudeltà del delitto
La signora Carla Gatto ha poi sottolineato in merito al tentativo di contrastare le aggravanti del delitto di crudeltà e stalking imputate a Turetta da parte dei suoi avvocati: “Io dico una cosa: cos’è la crudeltà? Se tutto quello che è successo non è crudeltà, ora vorrei sapere che cos’è. Giulia è morta soffocata nel suo sangue dopo le coltellate, così hanno detto. Non è crudeltà questa? 75 coltellate…”.
Stesso discorso per quanto riguarda lo stalking. “Trecento telefonate al giorno non sono un atto persecutorio? Uno non vive così, sarebbe da spegnere il cellulare e non riaccenderlo più”.
A domanda diretta se l’ergastolo a Turetta sarebbe corretto: “Deve pagare per quello che ha fatto, sarebbe giusto”.