Gino Cecchettin denuncia la memoria umiliata della figlia Giulia durante l’arringa dell’avvocato di Filippo Turetta.
Nel corso del processo che vede imputato Filippo Turetta per l’omicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin, le parole pronunciate dalla difesa dell’accusato hanno sollevato un’ondata di indignazione, portando il padre della vittima, Gino Cecchettin, a esprimere pubblicamente il suo dolore.
Omicidio Giulia Cecchettin: il messaggio del padre Gino
A seguito dell’arringa degli avvocati difensori di Filippo Turetta, come riportato da Adnkronos.com, Gino Cecchettin ha affidato a Instagram il suo pensiero.
“La difesa di un imputato è un diritto inviolabile, garantito dalla legge in ogni stato e grado del procedimento. Tuttavia, credo che nell’esercitare questo diritto sia importante mantenersi entro un limite che, pur non essendo formalmente codificato, è dettato dal buon senso e dal rispetto umano“, ha scritto.
Il padre di Giulia ha dichiarato di essersi sentito offeso e profondamente toccato dalle argomentazioni utilizzate dalla difesa. “Travalicare questo limite rischia di aumentare il dolore dei familiari della vittima e di suscitare indignazione in chi assiste“, ha aggiunto.
Sottolineando ancora come: “Io ieri mi sono nuovamente sentito offeso e la memoria di Giulia umiliata“.
L’arringa dell’avvocato di Filippo Turetta
Durante l’arringa, riportata da Fanpage, il legale ha descritto la relazione tra Filippo Turetta e Giulia Cecchettin come un “amore tossico“. Riconoscendo un’ossessione da parte dell’imputato ma contestando l’aggravante dello stalking.
Secondo il difensore, la vittima “non aveva paura di Filippo Turetta” e non avrebbe mai accettato un appuntamento con lui se si fosse sentita minacciata. “Che l’imputato avesse un comportamento petulante, oserei dire insopportabile, è fuori discussione“, ha dichiarato l’avvocato, cercando tuttavia di ridimensionare la gravità degli atti persecutori contestati.
In conclusione, il legale ha aggiunto scatenando una forte polemica: “Filippo Turetta sa che dovrà fare molti anni di galera, ma non è el Chapo, non è Pablo Escobar“.