La Corte d’Assise d’Appello ha confermato l’ergastolo per Alessandro Impagnatiello, ma ha escluso la premeditazione nell’omicidio di Giulia Tramontano. Ecco le motivazioni.
Dopo la sentenza nei confronti della cognata di Alessandro Impagnatiello, sono state rese pubbliche le motivazioni della condanna in secondo grado all’ergastolo per l’ex barman. Al centro dell’attenzione, la decisione dei giudici della Corte d’Assise d’Appello di Milano di non riconoscere l’aggravante della premeditazione nell’omicidio di Giulia Tramontano, incinta al settimo mese. Ecco, a seguire, le motivazioni.

Ergastolo confermato per Impagnatiello ma senza premeditazione
Alessandro Impagnatiello è stato condannato all’ergastolo anche in appello, con la sentenza emessa il 25 giugno per l’omicidio di Giulia Tramontano, la sua compagna incinta al settimo mese. Durante l’udienza, l’ex barman trentaduenne si è presentato in aula con un atteggiamento definito “spavaldo“, come mostrato da alcune immagini.
La Corte d’Assise d’Appello di Milano ha confermato la pena già stabilita in primo grado, dopo circa due ore di camera di consiglio. In quella sede è stata esclusa l’aggravante della premeditazione, generando diverse polemiche.
Perché è caduta la premeditazione: ecco le motivazioni
Secondo le motivazioni della sentenza, come riportato da Leggo e Open, Alessandro Impagnatiello aveva somministrato nei mesi precedenti un topicida a Giulia Tramontano. I giudici affermano che lo scopo di tale gesto era “l’aborto del feto” e non “l’omicidio della madre“.
Non risultano infatti “prove che consentano di retrodatare il proposito” di uccidere la vittima “rispetto al giorno” in cui è stata accoltellata. L’ex barman avrebbe quindi tentato di causare un aborto spontaneo per eliminare quello che considerava il vero problema nella sua vita: il figlio in arrivo.
Il bambino, aggiungono Leggo e Open, rappresentava per l’assassino un ostacolo sia nella sfera personale che professionale. Per questo motivo, come riportano i giudici, l’avvelenamento era finalizzato a “dare una drastica ‘soluzione’” alla gravidanza.