Giuliano Amato lascia la Consulta: "Rispettare i limiti"
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Direttore: Alessandro Plateroti

Giuliano Amato lascia la Consulta: “Rispettare i limiti”

Giuliano Amato

Il presidente della Corte Costituzionale avvisa il futuro governo.

Giuliano Amato pronuncia il suo ultimo discorso come presidente della Corte Costituzionale dopo otto mesi. Nel discorso del suo addio avvisa e ricorda la necessità di “Non oltrepassare mai i confini che separano i vari poteri dello Stato, per prevenire un “caos istituzionale” sui casi di più difficile soluzione. Il 18 settembre scadrà l’impegno alla Consulta. Nel suo ultimo intervento pubblico Amato ha voluto ribadire i valori costituzionali.

Dal prossimo 20 settembre la Corte eleggerà un nuovo presidente. Questa volta potrebbe essere una donna, dato che in prima fila ci sono due donne Silvana Sciarra e Daria de Pretis. La cerimonia di addio si è tenuta al palazzo della Consulta dove Amato è apparso commosso. Il suo discorso è partito dall’analisi del mondo di oggi di come è cambiato in peggio con i conflitti tra Stati e all’interno delle società e i sistemi politici radicalizzati sui “temi valoriali e identitari”, sui quali dunque diventa sempre più difficile trovare soluzioni condivise, mentre si alzano o si minacciano “barriere nazionali” contro il diritto comune europeo.

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Giuliano Amato
Giuliano Amato

Il discorso di addio di Amato

La sotuazione politica influenza ovviamente anche il lavoro alla “Consulta che è chiamata a prendere decisioni su casi che investono scelte che competono il Parlamento”. Spesso la Consulta si è trovata davanti il “silenzio” o le “voci discordi” delle Camere. Qui Amato si riferisce agli ultimi referendum su cui la Consulta ha dovuto decretare la sua ammissibilità. La Corte ha seguito le “bussole fondamentali” della “collaborazione istituzionale” e dell'”equilibrio” nella ricerca delle soluzioni di sua competenza. Senza sostituirsi al Parlamento.

Giuliano Amato spera che queste linee vengano perseguite dal suo successore senza cadere nella “tentazione” di decidere laddove si troverà di fronte alla difficoltà delle Camere di prendere decisioni. Ribadendo così la neutralità politica della Corte. “La soluzione non è che ciascuno dei poteri profitti delle difficoltà per fare ciò che gli pare giusto e che tuttavia tocca all’altro”, ammonisce. Infine rimarca il rispetto dei limiti di tutti i poteri perché “tutti rispondiamo ai nostri cittadini”.

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ultimo aggiornamento: 14 Settembre 2022 11:52

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