L’ex presidente del Consiglio pochi giorni fa aveva rivelato ipotesi sconvolgenti sulla vicenda incolpando la Francia.
Tre giorni fa, Giuliano Amato ha sconvolto l’Italia parlando della strage di Ustica. L’ex presidente del Consiglio, infatti, aveva ipotizzato che l’aereo sia stato colpito da un missile diretto a Gheddafi e che in Francia la verità fosse nota. Oggi, sempre sulle colonne di Repubblica, Amato è tornato sulla vicenda.
“Con l’intervista ho voluto lanciare una sfida per arrivare alla verità – ha affermato l’ex presidente del Consiglio – Chi sa parli ora: questo il senso dell’appello rivolto ai testimoni reticenti, gli ultimi sopravvissuti di una generazione che si sta estinguendo“.
Perché parlarne proprio ora?
La domanda fondamentale che è stata fatta ad Amato nelle ultime ore è questa: perché parlare della strage di Ustica proprio ora? Per l’ex presidente del Consiglio c’è un “bisogno di verità che a una certa età diventa più urgente, con il tempo davanti che si accorcia ogni giorno“.
“In questi 43 anni – aggiunge Amato – la mia non è stata una presenza muta. Forse anche io, pur mosso dalla volontà di far luce, non ho avuto all’epoca la forza per impormi sulle forze ostili e reticenti? Può darsi”.
“Per la sua totale estraneità politica ai fatti – conclude l’ex premier – e per la libertà che può derivargliene, Macron potrebbe aiutare a restituire giustizia a 81 vittime innocenti sarebbe una straordinaria opportunità per rinsaldare il rapporto tra i due Paesi“.