Scontro in Parlamento tra Giuseppe Conte e Giorgia Meloni. Il leader M5s attacca duramente il governo. I dettagli.
Il Parlamento italiano è spesso teatro di scontri verbali accesi, ma la giornata di ieri ha visto un confronto particolarmente infuocato tra maggioranza e opposizione, con Giuseppe Conte protagonista. Il dibattito si è acceso in occasione delle dichiarazioni di Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo, in cui si è discusso di temi cruciali come il piano di riarmo europeo e la crisi russo-ucraina.

Un dibattito acceso alla Camera
Già in mattinata, le parole della premier hanno suscitato reazioni forti, in particolare riguardo alla sua critica al Manifesto di Ventotene, considerato il testo fondativo dell’Unione Europea. L’opposizione, composta principalmente da PD e M5s, ha duramente contestato la posizione della presidente del Consiglio, arrivando addirittura a lasciare l’Aula in segno di protesta.
Tuttavia, è stato nel pomeriggio, durante le dichiarazioni di voto, che il clima si è surriscaldato ulteriormente. Protagonista della scena, questa volta, è stato Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, che ha scelto di attaccare frontalmente la premier con un discorso particolarmente acceso.
L’attacco di Giuseppe Conte
Quando ha preso la parola, Conte non ha risparmiato critiche e toni polemici. “Finalmente abbiamo rivisto Meloni in Parlamento, erano mesi che scappava, pensavamo fosse un ologramma sui social”, ha esordito l’ex presidente del Consiglio, ironizzando sulle frequenti assenze della premier dalle discussioni parlamentari.
Il leader pentastellato ha poi accusato il governo di mancanza di coraggio e di nascondersi dietro una retorica priva di contenuti concreti. “Ha chiesto qua in Aula di avere più coraggio, a lei sconosciuto. Ma dopo tanti fallimenti è difficile metterci la faccia”, ha aggiunto, proseguendo nella sua invettiva.
Conte ha poi difeso il Manifesto di Ventotene, respingendo le critiche della premier e sottolineando il suo ruolo fondativo per l’Europa di oggi. “Quella sul Manifesto di Ventotene è una polemica creata ad arte da Meloni. Voi sfiorate l’irriconoscenza. La premier poteva rimanere visto che non viene mai in Parlamento… ma se siede al Consiglio europeo e si fa le foto con gli altri leader europei è grazie ai firmatari del Manifesto di Ventotene che è il progetto fondativo dell’Europa libera in cui viviamo”, ha affermato.
Il momento più duro
Il passaggio più duro, però, è arrivato quando Conte ha puntato il dito contro l’intera maggioranza, usando parole che hanno scatenato l’ira dei parlamentari di FdI. “Vi consiglierei: smettete con Atreju, voi siete il nulla, siete un virus che si mangia il Paese”, ha dichiarato in un crescendo di toni durissimi, mentre dai banchi di Fratelli d’Italia si levavano proteste e boati di disapprovazione.
L’intervento si è chiuso con un attacco al piano di riarmo europeo e alla risoluzione proposta dal governo. “Ci ritroveremo il prossimo 5 aprile a dire no a questo folle piano di riarmo europeo. Voteremo no alla vostra risoluzione vergognosa, dove non avete avuto nemmeno il coraggio di scrivere piano di riarmo”, ha concluso Conte tra gli applausi dei suoi e le reazioni furiose della maggioranza.
L’episodio ha inevitabilmente acceso lo scontro politico, con Fratelli d’Italia che ha definito le parole di Conte “una vergognosa provocazione”. Tuttavia, il dibattito non si ferma qui: il prossimo 5 aprile, in occasione del voto definitivo sul piano di riarmo, lo scontro tra governo e opposizione è destinato a riaccendersi.