Russiagate, Giuseppe Conte riferisce al Copasir poi attacca Matteo Salvini: “Deve chiarire soprattutto per gli elettori leghisti”.
Al termine dell’audizione al Copasir sul caso Russiagate, Giuseppe Conte è passato al contrattacco puntando il dito contro Matteo Salvini Nella conferenza stampa tenuta a Palazzo Chigi, il premier ha optato per l’effetto sorpresa spostando l’attenzione sul leader della Lega. Da qui la prima domanda: c’è qualche collegamento tra il Russiagate e i fondi russi alla Lega o il Presidente del Consiglio ha semplicemente scaricato la pressione sull’ex vicepremier?
Russiagate, Conte dopo l’audizione al Copasir: “La nostra intelligence è estranea a questa vicenda”
Nella prima parte del suo intervento alla stampa Giuseppe Conte ha chiarito il suo rapporto (e quello dei servizi segreti italiani) con il ministro statunitense William Barr.
“Ho sempre agito nel rispetto della legge, se avessi condiviso informazioni con altri ministri l’avrei violata […]. La richiesta era in riferimento ad agenti dell’ intelligence americana di stanza a Roma. Ci poteva essere l’eventualità che avessero lavorato insieme ai nostri Servizi. Se ci fossimo rifiutati di collaborare sarebbe stato un atto di scorrettezza e slealtà verso un nostro alleato storico”.
Il Presidente del Consiglio ha poi ricostruito gli incontri tra Barr e i servizi segreti italiani.
“Ci sono stati due incontri, uno il 15 agosto e l’altro il 27 settembre. Io non ero presente ma sono stato informato. Il primo si è svolto nella sede del Dis, il secondo è servito a chiarire che la nostra intelligence è estranea a questa vicenda. Questa estraneità ci è stata riconosciuta, questa vicenda non ha leso interessi nazionali, io non ho mai interloquito con Barr, né parlato con Trump della vicenda”.
“Se tornassi indietro non potrei fare diversamente, perché questa indagine preliminare che conduce un nostro alleato e che Barr, responsabile del controspionaggio e dell’Fbi, sta portando avanti, è una tipica attività di intelligence. Se ci fossimo rifiutati di sederci a un tavolo allora avremmo recato sì un danno alla nostra intelligence”.
Russiagate, Giuseppe Conte attacca Salvini: “Dovrebbe chiarire cosa ci faceva con Savoini e con le massime autorità russe, lui che era ministro dell’Interno”
Il centro dell’intervento di Conte è rappresentato dall’attacco frontale a Matteo Salvini, invitato a chiarire la sua posizione nei rapporti di esponenti del suo partito e la Russia.
“Siamo al di là di un’opinione o di una sensibilità istituzionale. Forse Matteo Salvini dovrebbe chiarire che ci faceva con Savoini con le massime autorità russe, lui che era il ministro dell’Interno con il responsabile dell’intelligence russa. Dovrebbe chiarirlo soprattutto agli elettori leghisti, a chi oggi lo sta vagliando per capire se sia o no idoneo a guidare il Paese“.
“Io ho riferito la verità richiesta a Salvini, ho chiarito tutte le informazioni in mio possesso, mi sorprende come Salvini, che aveva una grande responsabilità in quanto era ministro dell’Interno ma si è anche candidato a guidare il Paese, non l’abbia fatto”.
Matteo Salvini: “Conte è nervoso, in un angolino”
La risposta di Matteo Salvini arriva in tempo quasi reale ai microfoni di Zapping, su Radio 1.
“Conte è nervoso e disperato, è in un angolino, si è rivelato un bluff, le mie missioni sono state tutte alla luce del sole, io al Metropol hotel non ho mai messo piede, c’è un’inchiesta in corso e non è emerso nulla”.