Rinaldo Smordoni, noto per il ruolo di Giuseppe Filippucci in “Sciuscià”, si è spento a 91 anni, nel ricordo del grande cinema.
Rinaldo Smordoni, celebre per il ruolo del piccolo Giuseppe Filippucci nel film del cinema neorealista “Sciuscià” di Vittorio De Sica, è scomparso all’età di 91 anni. La sua performance nel film, che fu il primo italiano a vincere un Oscar, lo rese una figura iconica del cinema italiano. Nonostante la sua carriera cinematografica sia stata breve, Smordoni ha lasciato un’impronta indelebile nel panorama culturale del nostro paese.
La vita dopo “Sciuscià”
Dopo il successo di “Sciuscià”, Rinaldo Smordoni ha avuto altre esperienze nel mondo del cinema, tra cui il ruolo di Gavroche in “Caccia all’uomo” (1948), un adattamento de “I miserabili”, e una piccola parte in “11 uomini e un pallone” (1948). Tuttavia, poco dopo decise di allontanarsi dalle luci della ribalta. Smordoni intraprese una vita semplice ma dignitosa, lavorando come marmista e autista dell’Atac a Roma. Nonostante avesse abbandonato la carriera cinematografica, il legame con “Sciuscià” rimase sempre forte, portandolo a partecipare a eventi celebrativi e a documentari dedicati al capolavoro di De Sica.
Un ritorno commovente alle origini
Nel 2014, Smordoni fu uno dei protagonisti del documentario “Protagonisti per sempre” di Mimmo Verdesca, che racconta la vita degli attori bambini italiani, selezionato per i Nastri d’argento e premiato al Giffoni Film Festival. Due anni dopo, partecipò al docufilm “Sciuscià 70”, sempre di Verdesca. Questi documentari non solo hanno permesso di riscoprire la sua figura, ma hanno anche mostrato al pubblico come l’esperienza in “Sciuscià” avesse segnato profondamente la sua vita.
Nel 2022, Smordoni fu invitato a presentare il nuovo restauro in 4K di “Sciuscià” al Festival del Cinema Ritrovato di Bologna. In questa occasione, ricevette una standing ovation di cinque minuti, un tributo emozionante che evidenziò quanto fosse ancora amato e rispettato dal pubblico. In un’intervista a “Il Messaggero” in occasione dei suoi 90 anni, Smordoni ricordò con affetto il suo ruolo nel film e l’esperienza di lavorare con De Sica, descrivendola come un momento che lo aveva segnato per tutta la vita.
Rinaldo Smordoni lascia un’eredità importante non solo per il suo contributo al cinema italiano, ma anche per la sua testimonianza di una vita vissuta con dignità e umiltà, lontano dai riflettori ma sempre legata a un momento storico del nostro cinema.