2 giugno 1882, Giuseppe Garibaldi muore in esilio a Caprera

2 giugno 1882, Giuseppe Garibaldi muore in esilio a Caprera

Giuseppe Garibaldi muore il 2 giugno 1882 sull’Isola di Caprera, dove era in esilio. Era noto come l’eroe dei due mondi.

Il 2 giugno 1882 moriva sull’Isola di Caprera Giuseppe Garibaldi, probabilmente il personaggio più significativo del Risorgimento italiano, senza ombra di dubbio dal punto di vista militare.

La nascita del mito in Suda America

Nato a Nizza il 4 luglio 1807, Garibaldi si imbarca fin da giovanissimo. Conosciuto Mazzini, si unì ai primi moti rivoluzionari. Fu esiliato per la prima volta, in Sud America: si stabilì in Brasile. La sua fama si fece strada con la guerra del Rio Grande do Sul. Successivamente entrò nella marina uruguaiana e partecipò alla guerra civile.
Nel 1839 l’incontrò con Anita, sposata tre anni più tardi.

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Il rientro in Italia

Garibaldi rientrò in Italia nel 1848, poco dopo lo scoppio della prima guerra di indipendenza. Venne noleggiato un brigantino sardo chiamato Bifronte, rinominato Speranza (o Esperanza). Dopo un secondo incontro con Mazzini, il combattente nizzardo fu protagonista dell’Assedio di Roma (1949).

La spedizione dei Mille

La morte di Anita fu un duro colpo per Garibaldi, il quale lasciò nuovamente la Penisola. Nel 1860 erano ormai maturi i tempi per portare a compimento l’Unità d’Italia. La sera del 5 maggio da Quarto Garibaldi partì con mille camice rosse alla volta della Sicilia. La conquista del Mezzogiorno culminò con il celebre “Obbedisco” pronunciato a Teano.

Gli ultimi anni e l’esilio a Caprera

Protagonista di tutte le battaglie risorgimentali, l’eroe dei due mondi trascorrerà gli ultimi giorni di vita in esilio sull’Isola di Caprera.