Takahiro Shiraishi, il “killer di Twitter”, è stato giustiziato in Giappone: è la prima esecuzione capitale dal 2022.
Il Giappone, tra i pochi paesi sviluppati che ancora applicano la pena di morte, ha compiuto una nuova esecuzione che ha attirato l’attenzione globale. Il 27 giugno 2025, è stato impiccato Takahiro Shiraishi, 34 anni, noto come il “killer di Twitter”, condannato per l’omicidio e lo smembramento di nove persone. Si tratta della prima esecuzione in Giappone dal 2022, secondo quanto riportato da NHK e TV Asahi, principali emittenti del Paese .

Il caso Shiraishi e l’uso criminale dei social media
Il caso risale al 2017, quando Shiraishi fu arrestato dopo che la polizia perquisì la sua abitazione a Zama, nella prefettura di Kanagawa, a seguito della scomparsa di una giovane donna. All’interno dell’appartamento vennero rinvenuti tre frigoriferi portatili e cinque contenitori contenenti resti umani smembrati.
Come riferito da NHK e TV Asahi, le vittime, tra cui otto donne e un uomo, avevano tra i 15 e i 26 anni e avevano manifestato pensieri suicidi su Twitter. Shiraishi le contattava promettendo di aiutarle a morire, attirandole nella sua casa, dove le stuprava, uccideva e smembrava, come emerso dai documenti giudiziari.
Esecuzione silenziosa e dibattito sulla pena capitale
La condanna a morte fu pronunciata nel 2020 e diventò definitiva dopo il ritiro dell’appello presso l’Alta Corte di Tokyo. L’esecuzione è stata autorizzata dal ministro della Giustizia Keisuke Suzuki, che ha descritto i crimini come “estremamente egoistici e brutali”.
Secondo NHK, le autorità giapponesi non danno preavviso né alla famiglia né agli avvocati prima dell’esecuzione, un aspetto che continua a suscitare critiche. Le esecuzioni in Giappone avvengono con impiccagione e sono avvolte dal segreto. Dopo la notizia, il padre di una delle vittime ha dichiarato di preferire che Shiraishi “passasse la vita a riflettere sui suoi crimini piuttosto che essere giustiziato”.
Attualmente, oltre 100 persone si trovano nel braccio della morte in Giappone. Nonostante le pressioni internazionali, il supporto interno alla pena capitale resta alto, con oltre l’83% della popolazione favorevole secondo sondaggi recenti. Il Ministero della Giustizia comunque non ha confermato l’avvenuta esecuzione all’Afp.