Dopo anni di pressioni e ritardi, il famoso Golden Gate Bridge di San Francisco si dota di una rete anti-suicidio.
Il Golden Gate Bridge, uno dei simboli più riconoscibili di San Francisco, è noto per la sua bellezza mozzafiato, ma non solo: il ponte è noto anche per la sua tragica storia di suicidi. Da quando fu inaugurato nel 1937, si stima che circa 2.000 persone si siano tolte la vita lanciandosi dal ponte: adesso finalmente la città mette fine alla sfilza di tragici episodi.
Golden Gate Bridge, la prevenzione dei suicidi
Dopo anni di pressioni da parte delle famiglie delle vittime e ritardi che hanno fatto lievitare i costi dell’opera dai 76 milioni di dollari del progetto iniziale a più di 215 milioni, la barriera anti-suicidio lungo il Golden Gate Bridge è stata finalmente completata.
L’annuncio è arrivato ieri, mercoledì 3 gennaio, da parte della città di San Francisco che, negli Stati Uniti, registra il più alto numero di suicidi. L’installazione comprende oltre cinque chilometri e mezzo di reti in acciaio inossidabile, per resistere all’acqua salata e ai forti venti che avvolgono il Golden Gate Bridge.
La struttura è stata costruita circa 6 metri al di sotto del bordo del ponte, e si estende lungo tutte le campate per quasi tre chilometri.
L’orribile storia del ponte di San Francisco
Da quando fu inaugurato nel 1937, si stima che circa 2.000 persone si siano lanciate dal Golden Gate Bridge: molti dei corpi non sono mai stati ritrovati. Il mese con il più alto numero di persone che si sono lanciate dal ponte, 10 in tutto, è stato l’agosto del 2013.
Sebbene sia difficile quantificare il numero delle tragedie che si verificano sul ponte, per la difficoltà di recuperare i corpi e certificare le scomparse, si stima che ogni anno, prima della costruzione della rete, si siano suicidate dalle 30 alle 40 persone. Ad oggi, il numero di persone che si sono lanciate dal ponte è drasticamente diminuito a 6.
I dibattiti attorno alla rete anti-suicidio
Nonostante l’efficacia apparente della rete, ci sono state voci contrarie che sostengono che sarebbe stato meglio investire i fondi nella rete delle strutture sanitarie. Tuttavia, la Bridge Rail Foundation e altri hanno insistito sugli studi esistenti che dimostrano come la limitazione dell’accesso ai mezzi con cui suicidarsi, tra cui anche barriere sui ponti, sia uno strumento efficace per la prevenzione dei suicidi.
I lavori per la costruzione delle reti di dissuasione sono iniziati nell’agosto del 2018 e oggi, a lavoro concluso, le reti rappresentano un passo avanti nella storia del Golden Gate Bridge, che potrebbe servire da modello per altre strutture in tutto il mondo.