Gomme ricostruite: cosa sono e quali vantaggi possono offrire
Vai al contenuto

Direttore: Alessandro Plateroti

Gomme ricostruite: cosa sono e quali vantaggi possono offrire

Gomme ricostruite

Le gomme ricostruite vengono ottenute sostituendo il battistrada usurato: il risparmio è assicurato, così come sicurezza e rendimento.

La sicurezza alla guida dipende da numerosi fattori, tra i quali va di certo annoverato anche quello dello stato di salute delle gomme. I pneumatici, infatti, ricoprono un ruolo a dir poco fondamentale nell’economia del corretto comportamento della vettura, sia per quanto concerne l’assetto meccanico (che tiene in considerazione fattori come la convergenza, l’incidenza e la campanatura) sia per ciò che riguarda l’usura delle gomme.

Bonus 2024: tutte le agevolazioni

In genere, le gomme vanno cambiate dopo che queste hanno percorso un certo chilometraggio; la ‘tolleranza’ viene indicata –o quantomeno suggerita- direttamente dal costruttore ma, per ovvi motivi di sicurezza, è bene non forzare più di tanto e sostituire i pneumatici prima che il battistrada sia completamente consumato. Nel momento in cui si prospetta la necessità di scegliere le nuove gomme, da qualche anno a questa parte è possibile optare per le cosiddette ‘gomme ricostruite’, una soluzione a basso impatto ambientale che presenta alcuni vantaggi ma anche fattori di incognita. Di seguito, vediamo cosa sono e quali elementi bisogna tenere a mente quanto si sceglie tra un pneumatico completamente nuovo ed uno ricostruito.

Cosa sono le gomme ricostruite

Da un punto di visto strettamente tecnico, le gomme ricostruite sono pneumatici usurati (ossia con il battistrada quasi completamente consumato) al punto da non poter più essere utilizzati; il processo di ‘ricostruzione’ consiste nel sostituire il battistrada usurato, rimuovendolo per intero, e sostituirlo con uno nuovo preso da un’altra gomma. Per tanto, da un punto di vista ambientale, le gomme ricostruite rappresentano un’alternativa ‘green’ in quanto consentono di allungare la vita di un pneumatico.

Esistono numerose tipologie di gomme rigenerate (quelle per le autovetture vengono ricostruite soltanto una volta), sia estive che invernali, di qualsiasi dimensione e adatte ad ogni categoria di veicolo (SUV, 4X4, rimorchi e così via). Come riconoscere le gomme ricostruite? Mediante una dicitura ben precisa che riporti tutti i dati del processo di ricostruzione: ‘108 R’ (in riferimento all’omologazione), una ‘E’ cerchiata, un codice composto da sei cifre, la scritta ‘Ricostruito’ (o ‘Retreated’), il nome di chi ha effettuato la ricostruzione ed un numero a quattro cifre che indichi settimana ed anno di ricostruzione.

Come avviene la ricostruzione di un pneumatico

Ciò che è importante sottolineare è che l’intera procedura di ricostruzione della gomma (rimozione del battistrada e relativa sostituzione) deve essere effettuata nel rispetto della norma di legge europea, rispettando i parametri stabiliti dai regolamenti 108 e 109 della Comunità Europea.

Ecco come viene descritta la procedura di preparazione e ricostruzione nel documento ufficiale delle modifiche apportate nel 2004 al testo del 1998: “Dopo la raspatura e prima dell’applicazione del materiale nuovo, ogni pneumatico, deve essere scrupolosamente riesaminato, almeno all’esterno, per verificare che sia ancora idoneo alla ricostruzione. Tutta la superficie su cui deve essere applicato materiale nuovo deve essere preparata senza surriscaldamenti e non deve presentare lacerazioni profonde dovute alla raspatura o materiale non aderente. Se si usa materiale prevulcanizzato i contorni dell’area preparata devono corrispondere alle prescrizioni del fabbricante del materiale. I danneggiamenti causati durante la raspatura non devono superare i limiti stabiliti per la riparabilità e devono essere riparati. Le parti in acciaio messe a nudo devono essere trattate appena possibile con un materiale appropriato secondo le istruzioni del fabbricante di tale materiale”.

Il regolamento stabilisce anche i doveri del ricostruttore: “Assicurarsi che il fabbricante o il fornitore dei materiali per le riparazioni, rappezzi compresi, si incarichi di definire il metodo o i metodi di applicazione e di immagazzinamento, definire i limiti del danneggiamento riparabile con i singoli materiali, assicurarsi che i rappezzi per pneumatici, se correttamente applicati nella riparazione delle carcasse, siano adatti allo scopo; assicurarsi che i rappezzi siano in grado di sopportare il doppio della pressione massima di gonfiaggio indicata dal fabbricante del pneumatico; assicurarsi che tutti gli altri materiali per le riparazioni siano adatti all’uso previsto”.

Gomme Ricostruite
Fonte immagine: https://www.flickr.com/photos/12259376@N06/3448394023

Dopo la ricostruzione, il pneumatico va vulcanizzato al più presto possibile o entro il limite indicato dal produttore del materiale di riparazione. Il processo di vulcanizzazione deve essere compatibile con il materiale e l’impianto di lavorazione utilizzato. I pneumatici ricostruiti non possono avere capacità prestazionali superiori o diverse rispetto all’originale: categoria di velocità ed indice di carico devono restare le stesse, a meno che il costruttore non sia stato autorizzato ad utilizzare la carcassa ricostruita con un parametro modificato. Le dimensioni possono variare leggermente: una gomma ricostruita può avere un diametro massimo superiore all’originale dell’1.5%.

Dopo la vulcanizzazione, le gomme ricostruite vanno attentamente esaminate. Quando il pneumatico è ancora caldo, va gonfiato ad una pressione di 1.5 bar per essere monitorato alla ricerca di qualsiasi difetto apparente; poi deve essere sottoposto a prove distruttive e non distruttive. Per poter poi essere omologata, una gomma ricostruita deve superare una prova di resistenza carico/velocità; “un pneumatico ricostruito – si legge ancora nel testo del regolamento – supera la prova di resistenza carico/velocità se al termine della prova stessa non presenta alcun distacco del battistrada, delle tele o delle cordicelle, sbocconcellamento o rottura delle cordicelle”. L’Unione Europea stabilisce, inoltre, che la ricostruzione di un pneumatico deve essere effettuata presso uno stabilimento omologato ed autorizzato per tale procedura, stabilendo norme e parametri per l’ottenimento dell’omologazione.

Gomme ricostruite pro e contro

Come già accennato, utilizzare una gomma ricostruita invece di una nuova comporta alcuni vantaggi. Il primo è di natura ambientale: una carcassa ripristinata evita che l’intero pneumatico si trasformi in un rifiuto da smaltire (che nel peggiore dei casi viene semplicemente bruciato); inoltre, anche dal punto di vista economico, i pneumatici ricostruiti rappresentano una scelta vantaggiosa. Il costo delle gomme nuove dipende ovviamente da numerosi fattori ma in genere oscilla fra i 50 e gli 80 euro, mentre quello di uno ricostruito è di gran lunga inferiore e si attesta sui 25-30 euro.

Al netto del minor impatto ambientale e del risparmio economico, val bene chiedersi se il gioco vale la candela. In linea generale la risposta è ‘sì’, dal momento che si tratta di un prodotto sicuro e di qualità che deve superare una serie di test piuttosto severi prima di poter esser utilizzato.

Fonte immagine: https://www.flickr.com/photos/touring_club/9930476154

Fonte immagine: https://www.flickr.com/photos/12259376@N06/3448394023

Riproduzione riservata © 2024 - NM

ultimo aggiornamento: 13 Marzo 2018 16:17

Buell XB12: scheda tecnica dell’ultimo prodotto dell’azienda statunitense

nl pixel