L’Unione Europea conferma la multa da 2,4 miliardi a Google e impone ad Apple il pagamento di 13 miliardi di tasse arretrate in Irlanda.
Le recenti sentenze della Corte di Giustizia dell’Unione Europea hanno sancito decisioni fondamentali nei confronti di due colossi tecnologici, Google e Apple.
Da un lato, è stata confermata la multa inflitta a Google per abuso di posizione dominante è stata confermata. Mentre dall’altro, il colosso di Cupertino è stata costretta a pagare miliardi di euro di tasse non versate in Irlanda.
La maxi-multa a Google per abuso di posizione dominante
La Corte di Giustizia dell’UE, come riportato dall’Ansa, ha respinto definitivamente il ricorso di Google e Alphabet contro la multa da 2,4 miliardi di euro imposta dalla Commissione europea nel 2017.
All’epoca, l’Antitrust europeo aveva stabilito che il colosso tecnologico aveva sfruttato la propria posizione dominante nel mercato delle ricerche su Internet.
Nonostante le modifiche introdotte da Google nel 2017, che avevano lo scopo di conformarsi alla decisione della Commissione, la Corte ha ritenuto che la sanzione fosse giustificata e proporzionata.
Un portavoce di Google ha commentato: “Siamo delusi dalla decisione della Corte. Questa sentenza si riferisce a un insieme di fatti molto specifico“.
“Abbiamo apportato modifiche nel 2017 per conformarci alla decisione della Commissione Europea e il nostro approccio ha funzionato con successo per oltre sette anni, generando miliardi di clic per oltre 800 servizi di comparazione prezzi“, conclude.
La controversia tra Apple e l’Irlanda
Parallelamente, la Corte di Giustizia ha confermato che l’Irlanda ha concesso ad Apple un aiuto di Stato illegale, imponendo al colosso tecnologico di restituire al Paese 13 miliardi di euro di tasse non pagate.
Questo scontro ha origine dal fatto che – tra il 1991 e il 2014 – la multinazionale tecnologica ha beneficiato di un trattamento fiscale favorevole grazie ai cosiddetti “ruling fiscali” irlandesi.
Questi avevano permesso alle sue filiali di essere considerate società irlandesi, pur non essendo residenti fiscalmente nel Paese.
La Commissione europea aveva già stabilito nel 2016 che questo trattamento rappresentava un aiuto di Stato illegale, imponendo all’Irlanda di recuperare le somme dovute.
Dopo un ricorso vinto da Apple nel 2020, la sentenza odierna della Corte UE ribalta quella decisione. La vicepresidente della Commissione europea ha dichiarato: “Oggi è una grande vittoria per i cittadini europei e per la giustizia fiscale“.