Il Governo Meloni cancella il bonus 500: ecco perché

Il Governo Meloni cancella il bonus 500: ecco perché

Il bonus di 500 euro per i diciottenni, introdotto dal governo Renzi e approvato da tutto il centrodestra, adesso viene cancellato.

Il bonus di 500 euro per i diciottenni, introdotto dal governo Renzi e approvato da tutto il centrodestra, adesso viene cancellato. Il bonus permetteva l’acquisto di libri, giornali, biglietti per cinema e spettacoli dal vivo, mostre e musei. Una decisione molto apprezzata dai giovani, ma che adesso potrebbero non usufruirne più.

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Una spesa troppo alta

L’emendamento alla legge di bilancio era stato firmato da tutto il centrodestra: il presidente della Commissione cultura della Camera Federico Mollicone di Fratelli d’Italia, Rossano Sasso della Lega e Rita Dalla Chiesa di Forza Italia.

Quest’anno però, i ragazzi che si sono registrati per ottenere il bonus sono ben 441.000, che provocano una spesa di circa 230 milioni euro. Una somma che adesso viene dirottata su: il Fondo per il sostegno economico temporaneo dei lavoratori dello spettacolo; il Fondo per gli operatori dell’editoria e delle librerie: il Fondo per lo spettacolo dal vivo. Inoltre, la risorsa si occupa anche delle “attività di rievocazione storia della Girandola di Roma”.

Polemiche e proteste

Sulla decisione di cancellare il bonus 500, protestano Confindustria Cultura, Federculture, l’Associazione degli editori e varie organizzazioni dei librai, oltre a tutte le opposizioni, dal terzo polo al Pd. “Ogni anno il finanziamento iniziale era sottostimato perché si pensava che non lo chiedessero tutti i diciottenni, invece ogni anno eravamo costretti a rifinanziarlo”, dice Dario Franceschini.

Il bonus segnava una svolta, un esempio da seguire anche dalla Francia: infatti Macron chiese il dossier del progetto e nel 2021 la Francia ha introdotto questa misura anche nel suo Paese. Lo stesso hanno fatto poi la Spagna e altri Paesi europei. Ma adesso che finalmente i fondi erano disponibili, il governo ha deciso di utilizzarli per altro.

I motivi della scelta

Gimmi Cangiano di Fratelli d’Italia però spiega che questa misura in realtà non sempre veniva utilizzata per il motivo per cui era stata attuata. Molti ragazzi usavano il bonus per acquistare videogiochi e cellulari, niente a che fare con libri e beni culturali a cui si mirava. Mollicone ritiene che “la norma va resettata perché ci sono indagini della Gdf e delle procure tutt’ora in corso”.

Giorgio Mulè di Forza Italia rassicura che i 230 milioni della App 18 non sono tolti alla cultura, “sono soldi che restano tutti nel perimetro culturale che viene solo ridisegnato e saranno destinati a una nuova Carta della cultura che però sia in grado di evitare le truffe ai danni dello Stato per milioni di euro”.

La truffa

I 500 euro venivano utilizzati per acquistare libri e poi, in accordo col commerciante, i ragazzi facevano il reso ricevendo in cambio un buono da spendere a piacere nello stesso negozio acquistando altro. Ammonterebbe a 9 milioni di euro il totale truffe che hanno interessato 18App secondo la guardia di finanza.

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