Tutti i nodi del governo Meloni

Tutti i nodi del governo Meloni

Il primo impegno del nuovo Parlamento sarà la votazione dei presidenti della Camera e del Senato. Nomi su cui ancora non c’è un accordo all’interno del centrodestra.

Giorgia Meloni e i suoi alleati ancora non hanno trovato un accordo sulla squadra di governo da sottoporre al presidente della Repubblica. A tre settimane dalle elezioni, i nomi sono ancora incerti. I tempi sono stretti per i prossimi appuntamenti del governo, in primis la legge di bilancio. Quindi, nonostante tre settimane non siano tante per decidere le persone a cui affidare il prossimo esecutivo, bisogna fare in fretta.

“Nessuno si illuda che cambieremo idee e obiettivi rispetto a quelli per i quali siamo stati votati. Il nostro sarà il governo più politico di sempre”, ha avvertito la futura premier Meloni. La presidente di Fratelli d’Italia non ha partecipato all’incontro con gli alleati a Roma. I nomi non mancano ma sono le intese che non riescono a spuntarla. Per la presidenza del Senato, a giocarsela sono La Russa e Roberto Calderoli. Mentre la Lega ha dichiarato il suo impegno per “portare Calderoli alla presidenza del Senato”, FdI risponde dicendo che il nome di Ignazio La Russa non è in discussione.

Giorgia Meloni

Totoministri e presidenza dei rami del Parlamento: i nodi del governo Meloni

Dal partito di Meloni sono sicuri che si tratta di “un gioco delle parti” ma poi un accordo arriva e per giovedì si avranno i nomi condivisi. Calderoli nel frattempo dice di “essere pronto a fare tutto” mentre la Lega sottolinea di non avere pretese “né preclusioni e lavora per un’intesa soddisfacente” e avere le “idee chiare sulla squadra e sui dossier più urgenti”. Il segretario del Carroccio fa eco a Meloni dicendo che si deve essere “all’altezza delle emergenze del Paese e delle aspettative degli elettori”.

“Pronti a riscrivere le sorti della Nazione con un governo forte, unito e autorevole”, ha scritto oggi sui social Giorgia Meloni. Il prossimo governo sarà politico, precisando che “i governi sono politici quando hanno un mandato popolare, una guida politica, una maggioranza nata nelle urne e non nel palazzo, un programma e una visione chiari”. Chiaro riferimento alla sua vittoria ottenuta chiaramente alle urne.

Per la squadra di governo i nodi da sciogliere restano Licia Ronzulli a cui Berlusconi vorrebbe fosse affidato un ministero di peso come Sanità o Istruzione ma non convince Meloni. Mentre per Tajani spunta anche il ministero dello sviluppo economico. Un altro dicastero fondamentale su cui punta il fondatore di Forza Italia è la Giustizia. Per la Lega invece spunta l’ipotesi Giorgetti al ministero di Economia e Finanze. Il Carroccio vorrebbe per sé anche Agricoltura, Infrastrutture, Famiglia e Turismo e ovviamente gli Affari regionali e delle riforme.

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