Oggi dovrebbe arrivare un vertice tra i tre alleati per risolvere nodi e tensioni sulla presidenza delle camere e sui ministeri. Meloni porrà ai due una “proposta generosa”.
I rapporti tra i tre alleati sono tesi e tra Berlusconi e Meloni “ai minimi storici” come raccontano fonti interne ai partiti. Il tempo è agli sgoccioli e la coalizione deve decidere almeno sui nomi delle presidenze dei due rami del Parlamento. Nonostante le tensioni, Giorgia Meloni mostra ottimismo: «Le cose vanno molto bene. Poi leggo curiose ricostruzioni che saremmo “in ritardo” nella formazione del governo: immagino sappiate che non abbiamo un incarico. State tranquilli, quando lo dovessimo avere, non perderemo un minuto di tempo per fare il governo. Sono molto ottimista».
Concetto ribadito anche sui social dove ha ricordato che il presidente della Repubblica non ha ancora affidato l’incarico a nessuno e per questo non si può formare nessun governo. Nel frattempo, si sta lavorando alla presidenza delle Camere dicendo «non vedo grossi problemi». Per risolvere i nodi e le tensioni create in queste settimane oggi è in programma un incontro tra i tre leader.
Poche ore per sciogliere i nodi tra gli alleati
Secondo il retroscena del Corriere della Sera, Giorgia Meloni avrebbe in mente una “proposta generosa” da sottoporre ai due alleati per venire incontro alle loro richieste. Un numero congruo di ministeri per la Lega e per Forza Italia. “Io voglio un governo con le persone giuste al posto giusto” ha messo in chiaro la futura leader.
Con il partito azzurro gli screzi sono nati con le pressioni del Cavaliere per Licia Ronzulli che Meloni non considera adatta né all’altezza, soprattutto di un ministero di peso. Ma dopo il caos che si è scatenato ormai considera la sua immagine “bruciata” e non vorrebbe faccia parte del governo.
La forzista però ieri si è irritata dicendo: « Non ho mai chiesto niente, avete fatto un casino per nulla!» mentre Berlusconi insiste il pressing su Meloni e chiede: il Mise per Tajani (che invece Meloni vorrebbe agli Esteri), la Giustizia per Casellati, il Sud per Prestigiacomo, un ministero per Ronzulli, oltre che altri ruoli per Bernini, Bachini, Gasparri, Pichetto.
Per quanto riguarda la Lega, FdI non cede su La Russa alla presidenza del Senato, ma potrebbe cedere la Camera a Molinari. Un compromesso che la Lega potrebbe accettare a patto che la presidenza di Palazzo Madama venga contata come “due ministeri” per loro. Al Carroccio però non vogliono Giorgetti che Meloni vorrebbe all’Economia, per i dissidi interni tra il ministro e Salvini.