Ecco come il governo Meloni vuole salvare i soldi del Pnrr
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Direttore: Alessandro Plateroti

La strategia del governo Meloni per salvare i soldi del Pnrr

Giorgia Meloni

Due passaggi da discutere in Parlamento: la relazione semestrale del Pnrr e il decreto Pa sulla Corte dei Conti.

Il governo Meloni ha illustrato i suoi obiettivi per il Piano nazionale di ripresa e resilienza, anche se in termini vaghi. La strategia prevede la rimozione degli obiettivi irraggiungibili a causa dei cambiamenti delle condizioni economiche, come la crisi energetica e la guerra in Ucraina, e la loro sostituzione con altri obiettivi utilizzando i fondi europei. I negoziati con la Commissione europea saranno incentrati su questo aspetto e la credibilità del governo nei prossimi mesi dipenderà in modo significativo dal loro esito.

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Relazione semestrale: 120 progetti con dei problemi

Oggi il Parlamento riceverà la relazione semestrale sul Pnrr, che ha subito un ritardo di diverse settimane. Il rapporto valuta i progetti in corso, i loro progressi, i ritardi e le eventuali modifiche. È probabile che il Parlamento ne discuta nei prossimi giorni. Secondo la bozza di rapporto presentata in conferenza stampa, ci sono 120 progetti che presentano alcuni punti deboli.

Progetti che, dunque, rischiano di venire rivisti o addirittura cancellati, secondo la proposta che il governo Meloni porterà a Bruxelles. I ministeri più coinvolti in questa iniziativa sono quello di Trasporti e Infrastrutture e quello dell’Ambiente. A seguire, il ministero della Cultura e quello dell’Istruzione, guidata da Valditara. Un esempio: ci sono 1,2 miliardi per la riduzione del rischio idrogeologico che faticano ad essere spesi.

L’analisi del governo ha identificato quattro problemi principali che riguardano ciascuno dei 120 progetti. Queste preoccupazioni includono aumenti dei costi, differenze significative tra domanda e offerta, difficoltà amministrative e gestionali ed errori nell’allineamento agli standard tecnici europei. In molti casi, questi problemi si sovrappongono l’uno all’altro.

La soluzione pensata dal governo

Per risolvere questi problemi, il governo intende presentare una nuova proposta alla Commissione europea. Il nuovo piano prevede la sostituzione, la modifica o il trasferimento di alcuni dei progetti problematici a un altro fondo chiamato RepowerEu. A differenza del Pnrr, RepowerEu ha scadenze più lunghe, oltre il 30 giugno 2026. Pertanto, i fondi che non possono essere utilizzati entro la scadenza possono essere trasferiti a RepowerEu e utilizzati negli anni successivi invece di essere sprecati.

La proposta deve essere inviata a Bruxelles entro il 31 agosto. L’Unione europea ha suggerito che una consegna anticipata sarebbe vantaggiosa per entrambe le parti, in quanto i negoziati potrebbero iniziare subito. Vale la pena notare che si stanno avvicinando altre scadenze, come i nuovi obiettivi che devono essere raggiunti entro il 30 giugno. Intanto, la terza rata del Pnrr legata a progetti in scadenza a dicembre 2022 non è stata ancora sbloccata.

L’amministrazione Meloni intende destinare i fondi che rischiano di rimanere inutilizzati a iniziative specifiche che coinvolgono grandi aziende energetiche come Eni, Enel, Snam e Terna. Il fondo RepowerEu è destinato alle iniziative verdi e attualmente per l’Italia è previsto un budget di 2,7 miliardi di euro. Tuttavia, questo importo potrebbe aumentare significativamente (riducendo i 192 miliardi di Pnrr) se la proposta italiana sarà approvata da Bruxelles.

Palazzo Chigi

La polemica sulla Corte dei Conti

Un altro punto sollevato è stato il controllo della Corte dei Conti sul Pnrr. Il governo intende eliminare il controllo sui progetti in corso e consentire solo il controllo sulle opere completate. Oggi sarà presentato alla Camera il decreto Pa per attuare questo cambiamento.

Anche la Commissione europea è stata coinvolta nella polemica su questo provvedimento. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha dichiarato che i commenti di Bruxelles non sono stati corretti, ma che la discussione è stata soprattutto un”fraintendimento“. Tuttavia, si prevede che l’esecutivo voterà la fiducia sul provvedimento per proteggerlo da eventuali polemiche dell’opposizione.

Oggi inizierà la discussione, seguita dalla questione di fiducia da parte del Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani. Il processo di votazione è previsto per domani e il voto finale si terrà tra domani e mercoledì. Con i voti a favore la Corte dei Conti, organo imparziale e indipendente, non avrà più l’autorità di controllare i progetti del PNR per verificare eventuali discrepanze, imprecisioni o ritardi.

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ultimo aggiornamento: 5 Giugno 2023 10:59

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