Giorgia Meloni si affida a quattro figure per mantenere stabilità e continuità al governo, senza punti di rottura. Filtra ottimismo a Palazzo Chigi.
Dopo la morte di Silvio Berlusconi, a Palazzo Chigi si respira aria di tranquillità. Infatti, è presenta la convinzione che la stabilità del governo mantenga e con esso anche la navigazione di Giorgia Meloni. Il ragionamento è il seguente: i parlamentari di Forza Italia hanno pochissimo interesse nel provocare problemi al governo perché le conseguenze non porterebbero particolari vantaggi. Il rischio sarebbe quello di arrivare a delle elezioni anticipate.
Dunque, in linea con quello che accadde nella scorsa legislatura, grillini, senatori e deputati di Forza Italia andranno a rappresentare degli elementi importanti di stabilità e continuità ma non di rottura.
Le figure che garantiscono stabilità al governo e alla Meloni
C’è dunque ottimismo a Palazzo Chigi. Un gruppo composto da quattro elementi, che hanno trovato un equilibrio importante. Tra questi quattro elementi c’è il politico Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario dell’attuazione del programma, figura ormai vicina alla Meloni da 20 anni. Successivamente troviamo l’altro sottosegretario, Alfredo Mantovano, magistrato e interfaccia istituzionale di organismi esterni come il Quirinale. Infine, troviamo le figure del capo gabinetto Gaetano Caputi, il quale si interfaccia, per conto della Meloni, con le aziende e Carlo Deodato, segretario generale di Palazzo Chigi.
Il testento di Berlusconi e la figura di Antonio Tajani
Le attenzioni adesso passano nei riguardi di quello che accade tra gli azzurri. In questo caso, si aspetta la lettura del testamento di Berlusconi. Questo ovviamente per escludere eventuali rapporti e accordi particolari tra l’ex presidente del Consiglio, i suoi figli e la compagna.
Tuttavia, si crede che Marina, l’unica tra gli eredi citata in passato come possibile candidata, non voglia scendere in campo a vantaggio del suo ruolo manageriale nelle varie aziende di famiglia. Quindi si punterebbe a una continuità gestionale da parte di Antonio Tajani.
