“Voglio riforme condivise, ma ho il mandato per farle”: Giorgia Meloni fa sapere alle opposizioni

“Voglio riforme condivise, ma ho il mandato per farle”: Giorgia Meloni fa sapere alle opposizioni

Oggi la premier Giorgia Meloni incontrerà i leader delle opposizioni per confrontarsi con loro sulle riforme costituzionali.

Le riunioni tra la premier Giorgia Meloni e i leader delle opposizioni si terranno in tarda mattinata a Montecitorio. La presidente del Consiglio si confronterà con loro sulle riforme costituzionali che intende intraprendere. Le posizioni dei vari partiti sono state già anticipate.

Inizierà la delegazione del M5S alle 12.30 con Giuseppe Conte che ieri aveva detto che il Movimento aveva le idee chiare in merito. L’ultimo vertice sarà questa sera alle 18.30 con la delegazione del Pd in cui vi sarà il primo faccia a faccia tra Giorgia Meloni e Elly Schlein.

Il governo ha fatto sapere che ha intenzione di procedere ugualmente anche se non si dovesse trovare un accordo con le opposizioni. Le riforme costituzionali sono uno dei punti fondamentali del programma del centro destra e su cui ha puntato molto durante la campagna elettorale.

Giorgia Meloni

Il governo procederà anche senza le opposizioni

“Io offro massima disponibilità se c’è disponibilità, ma non accetto atteggiamenti aventiniani o dilatori”, ha detto Meloni. “Non arrivo con una mia ricetta o un mio modello”, ma “gli obiettivi vanno raggiunti” ha messo in chiaro la premier. “Vorrei fare una riforma il più possibile condivisa, ma io la faccio comunque perché il mandato l’ho ricevuto dal popolo italiano” ha aggiunto.

Sulla stessa linea del dialogo ma della fermezza anche i vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani che hanno ribadito l’apertura al confronto con le opposizioni da parte del governo ma hanno messo in chiaro la volontà di procedere in questa direzione comunque. I partiti più vicini all’idea della maggioranza dell’elezione diretta del capo dello Stato o del governo sono quelli del Terzo Polo, Azione e Italia Viva.

Le posizioni dei partiti sulle riforme

Renzi ha dichiarato che “le riforme costituzionali servono” e che il suo partito è “favorevolissimo all’elezione del premier. Se non stabiliamo un rapporto diretto tra cittadino e politico, continuiamo ad allargare il gap di rappresentanza. Questa idea che il capo del governo debba non essere eletto denota una sfiducia nei confronti degli elettori che rafforza chi non crede più nella democrazia”.

Sul fronte opposto invece il Pd che propone invece di conferire maggiori poteri al presidente del Consiglio. Per Schlein comunque le riforme costituzionali non sono la priorità del Paese mentre il governo cerca di distogliere l’attenzione dai temi più importanti.

Il M5S invece è contrario sia ad un semipresidenzialismo alla francese che ad un presidenzialismo americano. I pentastellati si oppongono all’elezione diretta del presidente del Consiglio perché indebolirebbe il presidente della Repubblica.

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