Ritrovati i due escursionisti dispersi ieri nel Gran Sasso: purtroppo, per loro non c’è stato niente da fare.
I due escursionisti dispersi da ieri sera sono deceduti: secondo gli esperti, si è trattato di una vera e propria fatalità. Di Luca Iani e Marco Paccosi si sono perse le tracce ieri sera. Sono deceduti a causa di un tragico incidente sul Gran Sasso, ai pilastri di Pizzo Intermesoli. Le due vittime, di cui ancora non si conoscono le specifiche generalità, erano provenienti da Roma e Arezzo.
Durante la giornata di ieri, 24 settembre, nel pomeriggio, si erano persi i contatti con i due. I familiari cercavano di rintracciarli, ma con scarsi risultati. La notizia è giunta in seguito alla segnalazione sporta dal Soccorso alpino. Le vittime sono Luca Iani, nato nel ’66 a La Spezia ma residente a Roma, e Marco Paccosi nato nel ’79 ma residente a Sansepolcro, ad Arezzo.
Le famiglie di entrambi, dopo averli chiamati e aver constatato che il telefono dava irraggiungibile, hanno pensato al peggio. L’allarme è scattato alle 23 di ieri sera. Durante le scorse ore, i soccorritori hanno provveduto al recupero dei corpi, portato a termine dal Soccorso Alpino e Speleologico abruzzese.
Pare che i due avessero raggiunto l’Abruzzo durante la mattinata di ieri, in un’arrampicata sul Gran Sassso. I due escursionisti avevano attraversato la Via ferrata Intermesoli. Ma al momento di rincasare, non si sono più avute notizie di loro. A quel punto l’allarme, che ha attivato le ricerche del Soccorso Alpino e Speleologico abruzzese.
Agostino Cittadini sulla vicenda: “Situazione tragiche che possono capitare”
Le parole dell’esperto all’Ansa sulla tragedia: «Non ho notizie dirette sulle cause della tragedia, so che non si tratta di gente inesperta, ma di conoscitori della montagna, una ipotesi potrebbe essere il cedimento dell’ancoraggio dove erano in sosta, visto che i due sfortunati scalatori sono precipitati entrambi. Ma sono valutazioni che non troveranno mai conferma, perché in questi casi non è prassi fare indagini, peraltro molto difficili. Solo loro possono sapere».
A riferirlo la guida alpina dell’Aquila Agostino Cittadini, scalatore da oltre 35 anni. Poi ha aggiunto: «Sono situazioni tragiche che purtroppo possono capitare. Non si dovrebbero verificare, ma accadono anche coloro che fanno alpinismo e verificano con razionalità i comportamenti. Sono rischi oggettivi per chi fa alpinismo: a mio avviso non c’entra il maltempo o l’improvviso cambiamento climatico.»