La Procura di Milano avanza verso il processo nel caso di Visibilia, con la ministra Daniela Santanchè tra gli indagati.
La Procura di Milano ha annunciato la chiusura delle indagini relative al caso Visibilia Editore. Ciò porta a un imminente processo che coinvolge Daniela Santanchè, ex presidente dell’azienda e attuale ministra del Turismo.
I magistrati, come riportato dall’Ansa, hanno formulato accuse di falso in bilancio. Delineando un quadro di gestione aziendale problematica dal novembre 2014 al dicembre 2021. Durante questo periodo, secondo gli inquirenti, Santanchè “ha consapevolmente esposto nei bilanci annuali fatti materiali non rispondenti al vero” per trarne “ingiusto profitto“.
L’evoluzione delle indagini su Daniela Santanchè
Parallelamente, Santanchè è stata accusata di truffa aggravata all’INPS, legata alla gestione della cassa integrazione durante il COVID-19.
Dal 31 maggio 2020 al 28 febbraio 2022, è stata lei, insieme al compagno Dimitri Kunz e al collaboratore esterno Paolo Concordia, a prendere decisioni. I pm sottolineano, inoltre, che hanno richiesto e ottenuto indebitamente la cassa integrazione in deroga, destinata alle imprese colpite dalla pandemia.
Visibilia Editore è stata posta in amministrazione giudiziaria il primo marzo su decisione del Tribunale civile di Milano, seguito da una causa di un gruppo di azionisti minoritari. Il bilancio al 31 dicembre 2022 e la relazione semestrale al 30 giugno 2023 sono stati segnalati come irregolari. I magistrati hanno evidenziato “un potenziale inquinamento” nei bilanci e la necessità di una “completa svalutazione dell’avviamento“.
In risposta, Santanchè ha sempre respinto tutte le accuse, dichiarando la sua estraneità alle irregolarità citate.
Investigazioni e transazioni sospette
La Procura ha anche indagato su operazioni finanziarie sospette, inclusa la compravendita di una villa a Forte dei Marmi, precedentemente di proprietà del sociologo Francesco Alberoni.
La villa è stata acquistata da Kunz e Laura De Cicco (moglie di Ignazio La Russa) per 2 milioni e 450mila euro. Poi è stata rivenduta, un’ora dopo, per 3 milioni e 450 mila euro all’imprenditore Antonio Rapisarda.