E’ caos sul Green Pass obbligatorio al lavoro. Le Regioni chiedono una modifica al provvedimento.
ROMA – Il Green Pass obbligatorio al lavoro non sembra convincere le Regioni. I governatori, in particolare quelli leghisti, hanno chiesto al premier Draghi di riorganizzare il sistema di rilascio della certificazione verde e allungare i tempi di validità dei test rapidi (e non solo molecolari) e dare la possibilità alle imprese di organizzarsi anche autonomamente per l’esecuzione dei tamponi.
L’argomento, come scritto da La Repubblica, dovrebbe essere affrontato nella prossima Conferenza delle Regioni e non si esclude la possibilità di una richiesta ufficiale al Governo di cambiare il provvedimento.
Salvini: “Allungare la durata minima del tampone”
A sposare la linea dei governatori è Matteo Salvini. In un tweet il leader della Lega ha chiesto di “allungare la durata minima del Green Pass da 48 a 72 ore è possibile, anzi doveroso e previsto dall’Europa. Evitare caos, blocchi e licenziamenti il 15 ottobre è fondamentale“.
Ad oggi il Governo, dopo una valutazione del Cts, ha allungato a 72 ore solamente la durata del tampone molecolare. Quello rapido, nonostante le richieste da parte di alcuni membri della maggioranza, continua a valere fino a 48 ore. Ma non si esclude un cambio di passo per evitare caos.
Bernini: “Serve l’obbligo vaccinale”
Anna Maria Bernini, citata da La Repubblica, ha chiesto di valutare “molto seriamente da parte del governo l’opportunità di introdurre l’obbligo vaccinale, perché non si può rischiare di compromettere da una parte la salute pubblica e dall’altra la ripresa economica“.
“Lo abbiamo sempre considerato una misura estrema – ha aggiunto la presidente dei senatori di Forza Italia – ma ora deve essere presa in considerazione […]. Sono milioni i lavoratori che hanno deciso di non vaccinarsi ed è alto il rischio di caos nelle aziende per il numero enorme dei tamponi“.