Una coppia si arricchisce con OnlyFans: “Banche non ci vogliono”

Una coppia si arricchisce con OnlyFans: “Banche non ci vogliono”

Con i loro video ormai conosciuti su OnlyFans, Matteo e Vittoria riescono a guadagnare 20mila euro a settimana.

Matteo e Vittoria, entrambi content creator, hanno iniziato a creare foto e video sulla piattaforma di OnlyFans – la piattaforma di intrattenimento per adulti – raggiungendo guadagni esorbitanti: ogni settimana guadagnano circa 15 e 20 mila euro. Tuttavia, le banche rifiutano di far depositare il loro denaro.

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La risposta delle banche

Anche se a ogni entrata corrisponde una fattura, i due content creator di Varese hanno difficoltà a mantenere aperto un conto corrente. “Ce ne hanno chiusi due nel giro di poche settimane”, racconta Matteo, “dicono che non rispettiamo le loro linee guida, ma la verità è che i soldi che arrivando da OnlyFans per loro non sono etici“.

Le banche hanno spiegato che le i soldi che arrivano dalla loro attività pornografica “non sono ben visti”. Il 27 continua a raccontare spiegando che “quando vedono bonifici arrivare da Fenix International (l’azienda proprietaria della piattaforma con sede a Londra) iniziano a fare controlli“.

Dopo la chiusura del primo conto corrente, il secondo è stato chiuso circa un mese fa. “Abbiamo avuto lo stesso problema con un’altra banca, e questo ci crea disagi perché come tutti abbiamo scadenze e pagamenti, ogni volta che ci chiudono un conto poi è un problema aprirne un altro”, racconta Matteo.

Non rispettate le linee guida

Il commercialista di Matteo e Vittoria che davanti a entrare grosse, come le loro, le banche sono solite fare controlli preventivi. Il commercialista aveva inviato tutte le fatture per provare che quei soli erano tutti puliti.

Tuttavia, il problema non è di fatture o di regolarità. “Hanno risposto dicendo che purtroppo non rispettiamo le linee guida della banca“, afferma Matteo: “In pratica, i soldi che arrivano da OnlyFans non sono etici per loro e quindi hanno detto che avrebbero chiuso il contro entro 30 giorni”.