Guerini sulle ambiguità della sinistra sul conflitto

Guerini sulle ambiguità della sinistra sul conflitto

Il ministro della Difesa Guerini ritiene fondamentale la posizione in politica estera sul conflitto in Ucraina. Chiude ai 5 stelle.

Lorenzo Guerini a Bruxelles per l’ultimo vertice Nato con i ministri della Difesa parla del suo partito, il Pd. Al Corriere della Sera il ministro parla della sua convinzione sul centrosinistra maturata con la crisi del governo Draghi. «Per me quanto è successo è e resta un elemento politico dirimente. Come dirimente è la postura da tenere sul conflitto, lì dove si sono manifestate invece gravi ambiguità».

Il riferimento è palese al M5S che pur essendo in coalizione con il Pd e dentro il governo Draghi ha più volte messo i bastoni fra le ruote per quanto riguarda gli aiuti all’Ucraina e soprattutto per le armi. Il timore di Guerini è che molti all’interno del Pd stanno già pensando di ricucire con il Movimento 5 stelle di Conte uscito forte dalle elezioni e ancora in crescita. Una previsione paventata ancor prima delle elezioni dal Terzo Polo.

bandiera NATO

La critica dei pacifisti di Guerini

La linea di Guerini, come quella di Draghi – ma a quanto dichiarato anche di Meloni – è chiara: «l’Italia continuerà a restare al fianco dell’Ucraina e del suo popolo», vittima di «atti criminali» che hanno «cambiato la natura del conflitto». Non importa quante manifestazioni per la pace si organizzino e chi prenderà le piazze. Per questo, il ministro della difesa ha apprezzato la decisione del suo partito di andare a manifestare davanti all’ambasciata russa «tenendo ferma una posizione che è sempre stata lineare».

La pace la auspichiamo tutti, ribadisce, ma “non può non confrontarsi con una guerra di aggressione che non fa nemmeno distinzione tra target militari e siti civili”. Per Guerini ci troviamo in una fase molto delicata e la trattativa è molto complessa e se non avessimo aiutato l’Ucraina a difendersi ora non saremmo qui a parlarne nemmeno.

Il ministro Guerini che fra poco passerà all’opposizione si è detto fiducioso che il futuro esecutivo terrà fede a quella linea di confine «dirimente», in difesa «dell’ordine internazionale e della credibilità dell’Italia». Non vi sono molti dubbi sulle garanzie date da Meloni sul sostegno e supporto all’Ucraina. Dall’opposizione il ministro ribadisce di fornire il suo contributo perché «chi ha a cuore la democrazia e gli interessi del Paese non può soffiare sulle paure e l’inquietudine della gente».