Un documento anonimo scuote le fondamenta del Vaticano, proponendo una riflessione sul successore di Papa Francesco.
“Non sappiamo se il Conclave è vicino, ma sappiamo che è sicuro” – questa battuta, riecheggiante tra i corridoi vaticani, anticipa tempi di riflessione e potenziale cambiamento per la Chiesa Cattolica, post Papa Francesco.
La pubblicazione da parte de La Nuova Bussola Quotidiana di un documento redatto da un cardinale, che ha preferito rimanere anonimo e utilizzare lo pseudonimo Demos II, segna un momento di svolta.
Uno sguardo al futuro: il successore di Papa Francesco
Il testo critica apertamente gli ultimi undici anni di pontificato, sottolineando la necessità di un rinnovamento che riporti al centro le verità cristiane, gradualmente offuscate. Il modello ispiratore di Demos II non è altro che il cardinale George Pell, noto per le sue posizioni conservatrici, che poco prima di morire aveva espresso preoccupazioni simili.
Il documento anonimo non si limita a un’analisi critica, ma offre anche concrete indicazioni per il successore di Papa Francesco. Tra le priorità evidenziate, spiccano il rispetto della dottrina e della disciplina ecclesiastica, l’importanza di un governo collegiale della Chiesa, e la necessità di un maggiore impegno nella cura delle questioni canoniche e finanziarie.
“L’ambiguità non è né evangelica né accogliente“, afferma il misterioso cardinale, criticando la gestione del pontificato attuale per la sua tendenza a semplificare complessità dottrinali e disciplinari.
Prospettive di riforma del Conclave
Un altro punto critico riguarda la gestione del Collegio cardinalizio, con Demos II che lamenta una mancata promozione di una vera collegialità e fiducia tra i cardinali, potenzialmente pregiudizievole per l’unità futura della Chiesa.
La diffusione del documento ha riacceso il dibattito su una possibile riforma del Conclave, con figure come il cardinale Joseph Zen e lo storico Alberto Melloni che hanno espresso posizioni significative.
Mentre Zen sembra condividere i contenuti del documento, Melloni propone una riforma che rallenti il processo di elezione del Papa, per proteggere l’eletto da potenziali delegittimazioni. Questa visione di un Conclave “più lento” potrebbe essere un segnale di una Chiesa che cerca stabilità e unità, in un periodo di evidente transizione e riflessione interna.