E’ iniziata l’offensiva della Turchia contro i curdi in Siria. Raid su aree civili e cittadini in fuga. Proteste a Roma contro Erdogan.
DAMASCO (TURCHIA) – E’ iniziata l’offensiva della Turchia contro i curdi in Siria. Dopo le dichiarazioni dei giorni scorsi, l’esercito è passato ‘ai fatti’ invadendo con oltre 5mila militari il territorio Nord siriano. Ad annunciare l’entrata dei soldati turchi è stato il presidente Erdogan e subito dopo le sue parole alcuni aerei hanno bombardato la zona di Ras al-Ain con i cittadini in fuga.
Secondo quanto riportato dai media locali il bilancio dei primi attacchi dovrebbe essere di un morto e otto feriti ma non ci sono conferme ufficiali.
La risposta dei curdi: “Proclamiamo uno stato di mobilitazione generale”
La guerra sembra ormai iniziata in Siria con i curdi che sono pronti a rispondere alla Turchia. “Proclamiamo uno stato di mobilitazione per tre giorni nella Siria nord-orientale – hanno comunicato in una nota – invitiamo tutte le componenti della nostra gente a spostarsi verso la zona del confine per assicurare la resistenza in questo delicato momento storico“.
Ma il rischio di un conflitto che potrebbe interessare anche gli altri Stati è molto alto. Nelle ultime ore Putin ha cercato di far cambiare idea a Erdogan ma i suoi tentativi sono stati senza esisto. E Trump sta valutando se aiutare con i propri militari l’esercito curdo oppure continuare a condannare la decisione di Ankara senza impegnare i propri soldati.
Proteste a Roma
La decisione di invadere la Siria da parte della Turchia è stata contestata anche in Italia. Nel pomeriggio di mercoledì 9 ottobre 2019 la rete Kurdistan Italia ha organizzato un presidio a Piazza Barberini, a Roma, per esprimere la propria vicinanza al popolo siriano.
Si tratta di una manifestazione pacifica che dovrebbe durare fino a sera ma in futuro non sono da escludere altri eventi simili.
Le reazioni internazionali
Dura la condanna a livello internazionale a questo attacco della Turchia. Il premier Conte e Di Maio hanno espresso la loro preoccupazione mentre la Francia ha chiesto l’intervento dell’ONU con il consiglio di sicurezza che si riunirà domani.