Si allontana lo spettro della guerra, Biden pronto a trattare con Vladimir Putin (ma certe richieste non sono accettabili). Dubbi sul ritiro delle forze russe al confine, un attacco resta sempre possibile. Il racconto della giornata del 16 febbraio
Quella che secondo i tabloid inglesi doveva essere la notte dell’attacco della Russia contro l’Ucraina è trascorsa (ovviamente) senza attacchi, senza schermaglie al confine e senza tensioni di carattere militare. Era difficile credere che Mosca potesse effettivamente lanciare l’attacco militare più annunciato della storia, con i media inglesi che avevano addirittura anticipato l’ora dell’attacco.
Passiamo dal gossip alla cronaca dei fatti. Russia e Stati Uniti hanno intavolato una trattativa. Mosca ha reso note le sue condizioni e alcune, come specificato anche da Scholz, sono inaccettabili. E Putin lo sa bene. Ma al Presidente della Russia interessa aprire un tavolo e iniziare a trattare. Vladimir Putin vuole che la Russia sia considerata come un Paese di primo piano. E con la prova di forza ai confini dell’Ucraina ci è riuscito.
Per USA e NATO è inaccettabile che la Russia riconosca le Repubbliche separatiste nate nella zona del Donbass. Per l’Occidente inoltre non è possibile che la Russia abbia voce in capitolo sull’adesione dell’Ucraina alla NATO. Inoltre è difficile che vengano accolte le richieste di Putin sulla gestione dei territori che un tempo furono parte dell’Unione Sovietica. Mosca chiede che in quei territori, oggi Paesi NATO, non siano installate armi.
Ma USA e NATO qualcosa devono aver messo sul piatto, e questo lo ha lasciato intendere anche Putin, il quale ha riferito che una parte delle proposte dell’Occidente possono rappresentare una buona base per le trattative.
Di seguito il racconto della giornata:
20.10 – La Casa Bianca ha confermato che l’attacco della Russia può arrivare ogni minuto. Per questo motivo l’attenzione continua ad essere molto alta.
18:30 – Nel giorno dell’Unità Zelensky è andato a visitare le truppe ucraine e ribadito come il Paese “non ha paura di nessuno. Abbiamo eccellenti diplomatici, forze di volontari e di resistenza nazionali in tutta l’Ucraina“.
17.00 – Stoltenberg, segretario generale della Nato, ha confermato come un gran numero di forze russe sono pronte all’attacco.
16.25 – In un colloquio con il premier italiano Mario Draghi, la presidente dell’Ue Ursula von der Leyen ha confermato che non ci sono, al momento, segnali di de-escalation.
15.50 – Mosca: “Ogni movimento anomalo lungo la linea di contatto in Ucraina, ogni sparo, ogni provocazione potrebbero avere conseguenze fatali“. Lo ha comunicato la portavoce del ministero degli Esteri della Russia.
15.26 – Nella giornata del 17 febbraio andrà in scena un incontro informale dei capi di Stato e di governo del Consiglio europeo.
15.23 – Truppe USA al confine con la Polonia. Paracadutisti dell’esercito degli Stati Uniti sono in Polonia, a pochi chilometri dal confine con l’Ucraina. I militari si sono spostati nell’ambito delle manovre per il rafforzamento del quadrante orientale della NATO.
14.44 – Anthony Blinken, segretario di Stato Usa, ha fatto sapere che se Putin dovesse riconoscere la Repubblica di Donetsk e quella di Luhansk, la risposta degli Stati Uniti sarebbe rapida e ferma.
13.05 – Zelensky: “Non stiamo vedendo alcun ritiro russo”.
12.38 – Mosca rende noto che le forze al confine con l’Ucraina hanno iniziato il rientro verso le basi permanenti. I veicoli militari e i mezzi pesanti sono stati caricati sui treni.
11.15 – Mosca, estranei ai cyberattacchi all’Ucraina. La Russia ha fatto sapere di essere estranea agli attacchi denunciati dall’Ucraina nella serata del 15 febbraio.
10.57 – Stoltenberg: “Vediamo altre forze in arrivo”. La NATO ritiene che le truppe russe al confine non sono diminuite ma sono addirittura aumentate.
10.16 – Il sindaco di Kiev: “Pronti ad ogni scenario”. “Il rischio di aggressione nei confronti dell’Ucraina è piuttosto grande“, ha dichiarato il sindaco di Kiev.
9.40 – Michel (Ue): “Circondare un Paese con un dispiegamento straordinario di forze, mai visto prima, puo’ essere visto soltanto come un’azione aggressiva e minacciosa. Questa escalation non soltanto mette in pericolo la stabilità e l’integrità dell’Ucraina, minaccia anche la pace e la sicurezza in Europa e il sistema internazionale basate sulle regole“.
8.41 – Dubbi della Gran Bretagna sul ritiro. Il ministro della Difesa britannico, Ben Wallace, ha fatto sapere che al momento non ci sono prove sul ritiro delle forze russe.
8.30 – Mosca annuncia la fine delle esercitazioni militari in Crimea. Il Ministero della Difesa ha anche pubblicato un video nel quale si vedono i mezzi lasciare il territorio.
Luigi Di Maio a Kiev, la Russia comunica che non ci sono ragioni per procedere con un attacco mercoledì: il racconto della giornata del 15 febbraio
Dopo le dichiarazioni e le indiscrezioni emerse nella giornata del 14 febbraio, l’asticella della tensione sembra decisamente più bassa rispetto a pochi giorni fa. La Russia sta giocando una partita a scacchi e Putin sta tenendo tutti sotto scacco.
Gli Stati Uniti ipotizzano che l’esercito russo possa attaccare mercoledì o giovedì, Mosca respinge le accuse facendo sapere di non avere motivi per portare un attacco contro l’Ucraina. E nella giornata del 15 febbraio si continua a lavorare sul piano della diplomazia, con l’Italia in prima linea con il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio, in missione a Kiev.
La svolta è arrivata da Mosca: nella mattinata del 15 febbraio parte delle forze russe al confine con l’Ucraina hanno fatto ritorno alla base.
21.40 – In una conferenza stampa il presidente Biden ha dichiarato che “l’offensiva contro l’Ucraina della Russia è sempre possibile“.
20.25 – I servizi segreti dell’Estonia ipotizzano un’azione militare della Russia nella seconda metà di febbraio.
18.56 – Macron e Biden: verificare il ritiro delle forze russe dal confine con l’Ucraina.
18.26 – Kiev ha comunicato che il sito del Ministero della Difesa e i siti due banche sono sotto cyberattacco.
18.12 – Nel corso del colloquio con Blinken, Lavrov ha ribadito la necessità di continuare a lavorare sul piano della diplomazia e del dialogo. Lavrov ha chiesto a Blinken un dialogo pragmatico sulle proposte e sulle questioni presentate dalla Russia.
17.05 – Di Maio: “L’unica via da percorrere è quella che porta alla pace e alla stabilità. Sono convinto che per la crisi in atto esiste solo una soluzione diplomatica che metta fine alle tensioni ed eviti eventuali aggressioni“. “Ho inoltre preso atto delle recenti valutazioni da parte ucraina sulla mancanza di segnali relativi a un’imminente invasione o a un’offensiva militare su vasta scala, e del permanere, allo stesso tempo, di forti preoccupazioni per eventuali azioni di destabilizzazione, anche attraverso modalità ibride. Ho ribadito al ministro Kuleba che la nostra Ambasciata a Kiev rimane pienamente operativa“, ha aggiunto Luigi Di Maio.
“Dopo i colloqui oggi a Kiev con il governo ucraino posso affermare che esiste uno spazio per una soluzione diplomatica, ovviamente una soluzione per essere tale dev’essere condivisa in un quadro più ampio di sicurezza europea. Per questo motivo ne parlerò giovedì a Mosca con il collega russo Lavrov e nei prossimi giorni continueremo a consultarci con i nostri partner europei e atlantici“, ha proseguito il ministro degli Esteri.
“L’unica via da percorrere è quella che porta alla pace e alla stabilità. Sono convinto che per la crisi in atto esiste solo una soluzione diplomatica che metta fine alle tensioni ed eviti eventuali aggressioni. In queste ora la diplomazia è l’unica arma pacifica per evitare un conflitto“, ha concluso Luigi Di Maio.
17.00 – Secondo i tabloid inglesi, l’attacco della Russia contro l’Ucraina inizierà alle tre della notte tra il 15 e il 16 febbraio.
16.55 – Colloquio telefonico tra Lavrov e Blinken.
15.57 – La nota di Palazzo Chigi sulla conversazione telefonica tra Draghi e Zelensky. “Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha avuto oggi una conversazione telefonica con il Presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky. Al centro dei colloqui vi sono stati gli ultimi sviluppi della crisi ucraina. Il Presidente Draghi ha ribadito il fermo sostegno del Governo italiano all’integrità territoriale e alla sovranità dell’Ucraina. E’ stata condivisa l’importanza di rafforzare l’impegno comune per una soluzione sostenibile e durevole della crisi, mantenendo aperto un canale di dialogo con Mosca. Nell’ambito dell’intensa azione diplomatica condotta dall’Italia, assieme ai paesi partner e alleati, il ministro Di Maio si trova oggi in visita a Kiev per colloqui col suo omologo Kuleba“, si legge nella nota pubblicata sul sito del governo.
15.50 – Scholz: “Su alcune posizioni non ci sono possibilità di negoziare“. Il cancelliere tedesco ha fatto sapere che su alcuni punti, come ad esempio una moratoria sull’eventuale ingresso dell’Ucraina nella NATO, non ci sono possibilità di aprire una negoziazione.
Il Cancelliere Scholz ha sottolineato che la sicurezza non può essere costruita contro la Russia ma deve tenere conto della Russia, con la quale è necessario e doveroso cooperare.
Per quanto riguarda il riconoscimento delle Repubbliche separatiste, Scholz ha parlato di una catastrofe politica e di una violazione degli accordi di Minsk. Proprio nella giornata del 15 febbraio la Duma ha approvato la mozione con la quale chiede a Putin di riconoscere le due Repubbliche separatiste che si sono autoproclamate nel Donbass.
15.46 – PUTIN: “NON VOGLIAMO LA GUERRA IN EUROPA”. Al termine del colloquio con il cancelliere Scholz, Putin ha fatto sapere di aver visto la volontà di cooperare per superare la crisi. Il presidente russo ha poi aggiunto che nelle risposte della NATO e degli USA ci sono elementi dei quali la Russia è pronta e disponibile a parlare. Putin ha aggiunto di essere intenzionato a portare avanti la collaborazione con l’Occidente per quanto riguarda la sicurezza in Europa.
Putin ha commentato le accuse degli Usa e della NATO facendo sapere che Mosca non vuole una guerra. Proprio per evitare un conflitto, ha sottolineato il Presidente, la Russia ha inviato le proprie proposte per aprire un negoziato costruttivo.
Parlando del Donbass, Putin ha fatto sapere che per Mosca quello che sta avvenendo in quella zona dell’Ucraina è un genocidio.
“Da 30 anni ci dicono che la Nato non si allargherà verso la Russia, invece è accaduto. E ci dicono che l’Ucraina non è ancora pronta per entrare nella Nato. Ma se questo avverrà domani o dopodomani, per noi non cambia nulla. Vogliamo risolvere questa questione adesso“, ha aggiunto Putin parlando dell’eventuale ingresso dell’Ucraina nella NATO.
#Kremlin: Talks with Federal Chancellor of Germany Olaf Scholz https://t.co/bcxGrzdQYY pic.twitter.com/dm5jG2DmnM
— President of Russia (@KremlinRussia_E) February 15, 2022
15.32 – “Non accetteremo mai l’allargamento della Nato fino ai nostri confini, e’ una minaccia che noi percepiamo chiaramente“: sono state queste le parole di Putin a Scholz durante l’incontro a Mosca. Il Presidente russo inoltre ha fatto sapere che le risposte della NATO alle richieste avanzate dalla Russia non sono soddisfacenti ma possono rappresentare la base dalla quale partire per arrivare ad un accordo condiviso.
15.02 – Il presidente ucraino, Zelensky, ha reso noto di aver avuto un colloquio telefonico con il Presidente del Consiglio italiano, Mario Draghi. “Ho discusso con il primo ministro dell’Italia Mario Draghi le sfide alla sicurezza che affrontano oggi Ucraina ed Europa. Abbiamo avuto uno scambio di opinioni sull’intensificazione del lavoro di tutti i formati negoziali e lo sblocco del processo di pace“
14.32 – Stoltenberg segretario generale della NATO, ha fatto sapere che la Russia non può riconoscere le due Repubbliche separatiste in quanto il riconoscimento da parte di Mosca rappresenterebbe una violazione del diritto internazionale.
13.51 – Putin e Scholz hanno parlato seduti intorno allo stesso enorme tavolo utilizzato in occasione dell’incontro tra il presidente russo e il presidente della Francia Emmanuel Macron.
13.20 – Dagli Stati Uniti e dall’Ucraina emergono dubbi sul ritiro delle forze russe dal confine. Alcuni ritengono che non ci siano le prove di questo ritiro e quella di Mosca sia una mossa studiata per far allentare la soglia dell’attenzione.
13.00 – È iniziato intorno alle 12.30 l’incontro tra Vladimir Putin e il cancelliere tedesco Scholz.
11.45 – Lavrov: “Mosca è pronta a discutere sui missili nucleari a medio raggio come parte di un accordo per la sicurezza con l’Occidente“.
11.35 – La Duma di Stato ha approvato la risoluzione con la quale si chiede al Presidente Vladimir Putin di riconoscere le Repubbliche di Lugansk e Donetsk. Si tratta di due Repubbliche autoproclamate che sono controllate da filo-russi.
10.58 – Portavoce Ministero degli Esteri della Russia: “Il 15 febbraio 2022 entrerà nella storia come il giorno in cui la propaganda di guerra occidentale è fallita. Sono caduti in disgrazia e sono stati distrutti senza che sia stato sparato un solo colpo”, ha scritto la portavoce del Ministero degli Esteri della Russia Maria Zakharova.
10.24 – Mosca annuncia il ritiro di una parte delle forze al confine con l’Ucraina. Terminata l’esercitazione, riferisce l’agenzia di stampa Sputnik, “i distaccamenti dei distretti militari del sud e dell’ovest che hanno svolto le loro missioni si stanno preparando questo martedì a tornare alle loro basi in treni e mezzi per il trasferimento delle truppe“.
9.23 – Mosca comunica che alcune delle forze al confine stanno facendo ritorno alla base al termine delle esercitazioni.
8.30 – Blinken, “Mosca potrebbe agire a breve”. “Siamo profondamente preoccupati dal fatto che la Russia possa agire contro l’Ucraina già questa settimana“, ha dichiarato Blinken, segretario di stato degli Usa, a France24. “Stiamo facendo tutto il possibile per convincere la Russia che dovrebbe percorrere la via della diplomazia, la via del dialogo per risolvere pacificamente tutte le divergenze esistenti“, ha aggiunto.
7.30 – Luigi di Maio a Kiev, Scholz a Mosca. Dopo la sua visita a Kiev, Scholz vola a Mosca per un incontro con il Presidente Vladimir Putin. Luigi Di Maio invece è in Ucraina, a Kiev.
7.00 – Di fronte alle notizie di un imminente attacco nei confronti dell’Ucraina, Mosca rende noto di non avere motivi per invadere l’Ucraina.
Crisi in Ucraina, si continua a trattare: la giornata del 14 febbraio, prosegue il dialogo. Mosca: Accordo possibile. Kiev: Percorso di adesione alla ATO non cambia
Quella del 14, almeno stando alle dichiarazioni degli addetti ai lavori, è stata la giornata della de-escalation. Dalla Russia hanno fatto sapere che il tempo stringe ma che ci sono ancora i margini per una trattativa. Gli Stati Uniti osservano a distanza e provano ad abbassare l’asticella della tensione. L’Europa tratta con Mosca e con Washington per arrivare ad una soluzione pacifica. Per quanto riguarda l’impegno europeo, il 14 febbraio è la giornata di Scholz, che ha incontrato Volodymyr Zelensky, con il quale ha tenuto una conferenza stampa congiunta.
22.53 – Il portavoce del Cremlino ha reso noto che Vladimir Putin è disposto a negoziare e ha aggiunto che la crisi ucraina rappresenta solo una delle preoccupazioni legate alla sicurezza della Russia.
22.15 – Secondo la Cbs i militari russi al confine con l’Ucraina si starebbero muovendo in assetto da attacco.
22.00 – Stando a quanto si apprende, i servizi ucraini non prevedono nessun tipo di attacco per il 16 o il 17 febbraio.
21.45 – La Cnn: “Attacco il 16 febbraio” – Potrebbe essere mercoledì il giorno dell’attacco della Russia. A dirlo è la Cnn.
21.40 – Gli Usa spostano l’ambaciata. Gli Stati Uniti visto un peggioramento della situazione hanno deciso di spostare l’ambasciata da Kiev a Leopoli.
19.39 – Gentiloni: “Ci auguriamo che la diplomazia ottenga i risultati che sta cercando e al tempo stesso lavoriamo per preparare dal punto di vista delle sanzioni una risposta che speriamo di non dover dare“.
18.57 – Luigi Di Maio potrebbe recarsi a Mosca. Il ministro degli Esteri, stando a quanto si apprende, potrebbe recarsi a Mosca per incontrare il ministro degli Esteri russo.
18.44 – Ucraina, Percorso di adesione alla NATO non cambia. “Il corso strategico dell’Ucraina sull’adesione alla Nato rimane invariato”, ha comunicato il ministro degli Esteri dell’Ucraina. Si tratta di una puntualizzazione importante per due motivi. Da una parte proprio l’adesione dell’Ucraina alla NATO è alla base della crisi con la Russia, dall’altra nella giornata del 14 febbraio è circolata la notizia di una possibile rinuncia ad aderire all’Alleanza. “Spetta solo all’Ucraina e a trenta alleati della Nato decidere sulla questione dell’adesione”, si legge ancora nel tweet del ministro degli Esteri ucraino.
17.52 – Per risolvere la crisi ucraina, Macron starebbe valutando l’ipotesi di fare dell’Ucraina una sorta di Stato cuscinetto. Secondo Le Monde l’idea del Presidente sarebbe quella di non far diventare l’Ucraina uno Stato membro della NATO ma di avviare con Kiev una stretta collaborazione. Ipotesi che potrebbe non soddisfare la Russia.
17.50 – Secondo quanto riferito dal Pentagono, nel corso del fine settimana sono aumentati i militari russi al confine ucraino. Una notizia che arriva nelle ore in cui da Mosca annunciano la fine di diverse operazioni militari.
17.25 – Letta: “La crisi Ucraina è la cosa peggiore che possa accadere in questo, in termini di perdite di vite umane e per gli effetti economici che genererebbe. Bisogna fare tutto il possibile per evitarla. Il governo può dire la sua e dice la sua se convince la Russia a non fare quei passi, a non superare quella linea rossa che avrebbe drammatiche conseguenze. Quindi noi sosteniamo fortemente il governo in questo momento. Chiediamo che tutte le forze politiche lo facciano. Per evitare la guerra c’è bisogno di fermezza, l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia sarebbe un gesto irreparabile”.
15.40 – Zelensky: Ingresso nella NATO garantirebbe sicurezza all’Ucraina.
15.32 – “Una parte delle esercitazioni delle forze armate russe si sta concludendo, un’altra sarà completata nel prossimo futuro“, ha dichiarato il Ministro della Difesa russo in occasione di un incontro con il Presidente Vladimir Putin.
15.30 – “In caso di aggressione militare, saremmo pronti a sanzioni su vasta scala, se la Russia violerà nuovamente la sovranità ucraina, sapremo cosa fare“, ha dichiarato Scholz in conferenza stampa parlando al fianco di Volodymyr Zelensky. “La sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina non sono negoziabili. Ci aspettiamo dalla Russia chiari segnali di de-escalation, un attacco all’Ucraina avrebbe gravi conseguenze“. “Nessun Paese al mondo ha sostenuto l’Ucraina negli ultimi anni quanto la Germania dal punto di vista finanziaria“, ha proseguito il cancelliere.
14.40 – Le richieste della Russia. Stando a quanto riferito dai media russi, il Cremlino sarebbe al lavoro per la stesura di un documento di dieci pagine che di fatto elenca quelle che sono le richieste della Russia per evitare la guerra. Mosca chiede che l’Ucraina non entri nella NATO e che non vengano dispiegate armi in quelle che erano repubbliche sovietiche.
14.06 – Lavrov a Putin: “Possibile accordo con l’Occidente”
14.00 – “L’allargamento della Nato a Est, a spese delle ex repubbliche sovietiche, compresa l’Ucraina, è senza limiti e molto pericoloso”, ha dichiarato Vladimir Putin.
13.13 – Il vice capo della direzione operativa principale dello Stato maggiore della Federazione russa ha fatto sapere che la Russia è pronta ad aprire il fuoco contro navi che entrano illegalmente nelle sue acque territoriali.
13.10 – “Come Italia siamo determinati a passare a Mosca messaggi chiari, unitari, fermi, in stretto coordinamento con i nostri partner e alleati europei, Nato e Osce, che scoraggino qualsiasi aggressione o escalation“, ha dichiarato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.
12.00 – “Non c’è nessuna de-escalation che la Russia dovrebbe fare sull’Ucraina, questo spetta all’Occidente, incoraggiando Kiev ad attuare in pieno i pacchetto degli accordi di Minsk“, ha dichiarato il vicedirettore del Dipartimento per la non proliferazione e il controllo degli armamenti del ministero degli Esteri russo
10.50 – Nella giornata del 15 febbraio Luigi Di Maio sarà in missione a Kiev.
10.40 – “Ci aspettiamo che questi esigui canali per il dialogo alla fine ci permetteranno di trovare una sorta di reciprocità da parte dei nostri oppositori e il desiderio di trovare una soluzione che veramente significherà il tenere conto dei nostri interessi“, ha dichiarato il portavoce del Cremlino.
9.15 – Il cancelliere tedesco Olaf Scholz chiede alla Russia segnali di de-escalation sottolineando che, in caso di aggressione all’Ucraina, le conseguenze saranno pesanti per Mosca.
9.00 – “Quando ascoltiamo le dichiarazioni della Casa Bianca e di Downing Street sul fatto che la Russia avrebbe intenzione di attaccare, ci rendiamo conto che lo possono dichiarare solo persone folli, che sono matte, che non hanno una morale e che fanno delle falsificazioni“, ha dichiarato la portavoce del Ministero degli Esteri della Russia. “Nel Novecento abbiamo avuto una guerra sul nostro territorio che ha portato via venti milioni di vite dei nostri cittadini. Sappiamo che non c’è una cosa più preziosa della pace. Nessun Paese ha subito quanto il nostro. Il nostro Paese non è mai stato un aggressore, non ha mai attaccato, lanciando o iniziando guerre mondiali“.
8.30 – Secondo le stime degli Stati Uniti, sono 130.000 i soldati russi che si trovano al confine con l’Ucraina.
Il racconto della giornata del 13 febbraio
Il 13 febbraio si lavora per abbassare l’asticella della tensione. Da Mosca fanno sapere che la notizia dell’imminente invasione dell’Ucraina è assolutamente priva di fondamento. Dagli Stati Uniti arriva l’invito a tenersi pronti ad una possibile azione militare da parte della Russia.
19.50 – Telefonata Biden-Zelensky. Una telefonata tra Biden e Zelensky. Il Presidente dell’Ucraina ha assicurato che il Paese è pronto nel caso in cui la Russia dovesse sferrare un attacco, come ipotizzato dai servizi statunitensi.
15.39 – Berlino, “Situazione critica”. Una fonte del governo di Berlino ha definito critica la situazione in Ucraina. “La nostra preoccupazione è cresciuta“, ha riportato il funzionario come riferito dei media tedeschi.
11.03 – L’Australia evacua lo staff dell’ambasciata idi Kiev. Nel corso della nottata italiana, l’Australia ha disposto l’evacuazione del personale dell’ambasciata a Kiev. La notizia è stata comunicata dal primo ministro.
Crisi in Ucraina, verso la guerra. Il racconto della giornata del 12 febbraio
18.10 – È durata un’ora circa la telefonata tra Biden e Putin. Il Presidente degli Usa avrebbe ricordato al leader russo le conseguenze catastrofiche di un’invasione dell’Ucraina. Putin avrebbe fatto sapere di non aver in programma nessuna invasione. Prosegue il gioco delle parti. I riflettori del mondo restano puntanti, inevitabilmente, sull’Ucraina.
15.08 – Farnesina, gli italiani lascino l’Ucraina
14.14 – Nel corso del colloquio con Blinken, Lavrov avrebbe fatto sapere che gli Stati Uniti hanno ignorato tutte le richieste delle Russia per quanto riguarda la sicurezza. Lo rende noto il Ministero di Mosca. Lavrov ha inoltre fatto sapere che le voci secondo cui la Russia sarebbe pronta ad invadere l’Ucraina sono una provocazione.
13.20 – Anche l’Olanda invita i connazionali a lasciare l’Ucraina.
12.55 – Luigi Di Maio, Ministro degli Esteri, ha convocato l’Unità di crisi per fare il punto della situazione su quanto sta accadendo in Ucraina.
12.45 – La Germania invita i cittadini tedeschi che si trovano in Ucraina a lasciare il Paese.
12.30 – Gli usa hanno ordinato a quasi tutti i dipendenti e i funzionari dell’ambasciata Usa in Ucraina di lasciare il Paese.
12.00 – La Gran Bretagna ritira i militari ancora presenti in Ucraina.
11.30 – “L’isteria della Casa Bianca parla chiaro: gli anglosassoni hanno bisogno di una guerra. Ad ogni costo. Provocazioni, disinformazione e minacce sono il loro metodo preferito per risolvere i problemi“, ha dichiarato la portavoce del Ministro degli Esteri russo.
11.00 – La Farnesina chiede agli italiani in Ucraina di rendersi rintracciabili. La Farnesina ha chiesto agli italiani presenti in Ucraina di registrarsi presso l’ambasciata così da poter essere rintracciabili. L’Italia quindi, almeno per il momento, non chiede ai suoi concittadini di lasciare il Paese.
10.30 – “L’Europa, la nostra casa comune, sarebbe oggi più stabile e sicura se l’Occidente non fosse stato ossessionato dall’idea di sottomettere la Russia al suo volere“, ha dichiarato il portavoce del Cremlino. Parole che suonano come la fine del tempo delle trattative.
9.30 – Anthony Blinken, segretario di Stato degli Usa, ha parlato di una situazione particolarmente preoccupante: “Siamo in una fase in cui un’invasione potrebbe iniziare in qualsiasi momento“.