Guerra Israele-Hamas, possibili effetti disastrosi per gas e petrolio: prezzo benzina schizza alle stelle?

Guerra Israele-Hamas, possibili effetti disastrosi per gas e petrolio: prezzo benzina schizza alle stelle?

Potrebbero esserci forti conseguenze dalla guerra Israele-Hamas per quanto riguarda l’economia mondiale. Cosa succede a gas e petrolio.

Lo scoppio della guerra Israele-Hamas rischia di avere ripercussioni pesanti anche in ambito economico per tutto il mondo. In particolare sul prezzo delle materie prime e dell’energia. I primi effetti si sono già visto con la situazione che potrebbe generare ulteriori disagi con l’andare avanti del conflitto e l’eventuale ingresso di altre forze in gioco.

Gli effetti della guerra Israele-Hamas per gas e petrolio

Un primo riscontro delle implicazioni del conflitto in Israele è arrivato con il balzo del costo del gas, oltre i 40 euro. Come sottolineato da La Stampa, ad Amsterdam le quotazioni sono salite dell’8,3% a 41,40 euro al megawattora, mentre i timori più grandi riguardano la possibilità di una escalation della guerra.

Esattamente come già accaduto in precedente con la guerra Ucraina-Russia, quindi, anche i fatti in Israele stanno già portando apprensione ai mercati con grande focus sul costo di petrolio e energia elettrica.

Nel trading in Asia, come sottolineato dal Corriere, nella notte il greggio è già salito fino a 5 dollari in più, a 89 dollari a barile. E le cose potrebbero peggiorare se gli Stati Uniti dovessero iniziare ad applicare con più rigore le sanzioni con l’Iran che produce circa un terzo delle quantità di petrolio di Russia e Arabia Saudita. Se l’Iran decidesse di togliere dal mercato determinate quantità, questo ne farebbe esplodere i prezzi. Il costo della benzina schizzerebbe alle stelle e c’è già chi parla di cifre simili ai 3 euro al litro.

Cosa dovrebbe fare l’Italia

Il mondo resta a guardare e così anche l’Italia. Il Bel Paese, allo stesso modo di tutta l’Europa, dovrebbe investire, diversificare le forniture, produrre più petrolio garantendo investimenti alle compagnie petrolifere, riaprire il discorso sul nucleare. Anche a fronte di questa situazione di incertezza dovuta al conflitto sembra chiara la necessità di accelerare la diversificazione più ampia possibile delle fonti di energia, sia geografica che tecnologica.