Erdogan si è proposto come mediatore di questo conflitto tra Ucraina e Russia mentre fa la parte dell’aggressore in Siria.
Il presidente turco Erdogan ha un ruolo chiave e centrale nella mediazione del conflitto. Ha proposto Istanbul come luogo di un negoziato a tre tra Ucraina, Russia e Nato e ha proposto le sue navi per sminare il porto di Odessa e scortare il grano ucraino. Ma in Medio Oriente, in Siria gioca tutt’altro ruolo.
La sua battaglia principale è contro i terroristi curdi, il Pkk. Per questo motivo, si è opposto all’entrata della Svezia e della Finlandia all’interno della Nato. Erdogan chiede che Stoccolma ritiri il suo sostegno alle truppe curde. Contro il partito dei lavoratori curdi, Ankara ha avviato una massiccia campagna nel nord dell’Iraq e a breve avvierà una missione nel nord della Siria.
Il doppio gioco di Ankara: la sua battaglia contro i curdi
La Turchia ha intenzione di ripulire la zona dai terroristi curdi mettendo in sicurezza la zona al confine tra Turchia e Siria. Qui Ankara controlla i gruppi di opposizione al presidente siriano Bashar al-Assad. Erdogan è intenzionato a eliminare il Pkk e il Ypg e rischia di creare un nuovo Donbass in Medio Oriente. Mentre la comunità internazionale ha gli occhi puntati sulla guerra ucraina.
Il segretario di Stato Usa Antony Blinken ha detto che un’offensiva turca in Siria “minerebbe la stabilità regionale“. Inoltre, dagli Usa, preoccupati delle richieste di Ankara che alza sempre più la posta in gioco come la minaccia a Svezia e Finlandia, dichiarano che la “Siria non sarà la merce di scambio russa sull’Ucraina”. La guerra in Ucraina e le tensioni tra Usa e Russia hanno avuto un effetto negativo sulla Siria. Di questo ha beneficiato in particolare la Turchia che sta facendo i suoi interessi nella regione.