Guidare scalzi (o in ciabatte): cosa dice il Codice della Strada

Guidare scalzi (o in ciabatte): cosa dice il Codice della Strada

Dal 1993 non sono più previste indicazioni specifiche, per cui guidare scalzi è consentito ma con la necessaria attenzione.

Non di rado, in estate o nei periodi più caldi dell’anno, gli automobilisti si mettono alla guida senza indossare scarpe chiuse, preferendo guidare scalzi o in ciabatte. Si tratta di un’eventualità piuttosto particolare, attorno alla quale non esiste alcun riferimento normativo preciso. Vediamo di seguito quali sono i rischi del mettersi alla guida a piedi nudi o con le ciabatte, soprattutto dal punto di vista delle responsabilità del guidatore.

Guidare scalzi nel Codice della Strada

Il nuovo Codice della Strada è entrato in vigore, assieme al Regolamento d’attuazione, nel 1992 sostituendo un Decreto del Presidente della Repubblica in vigore dal 1959. Il Codice entrò ufficialmente in vigore il primo gennaio del 1993: contestualmente alla riforma della normativa di riferimento, decaddero le prescrizioni che riguardavano le scarpe da indossare durante la guida. Queste ultime erano probabilmente dettate dalle caratteristiche tecniche della maggior parte dei veicoli circolanti in passato e tenevano conto della minore ‘sensibilità’ dei sistemi frenanti.

Pertanto, guidare scalzi è legale. In realtà, bisogna sottolineare come la condotta alla guida debba sempre conformarsi a quanto disposto dall’articolo 140 del Codice della Strada: “gli utenti della strada devono comportarsi in modo da non costituire pericolo o intralcio per la circolazione ed in modo che sia in ogni caso salvaguardata la sicurezza stradale“. Ciò non vuol dire, esplicitamente, che guidare scalzi è vietato; di contro, indossare ciabatte, sandali o pantofole può influenzare la capacità di guida e di controllo del veicolo da parte dell’automobilista.

A tal proposito, si può citare il comma 2 dell’articolo 141 del Codice Stradale: “il conducente deve sempre conservare il controllo del proprio veicolo ed essere in grado di compiere tutte le manovre necessarie in condizione di sicurezza, specialmente l’arresto tempestivo del veicolo entro i limiti del suo campo di visibilità e dinanzi a qualsiasi ostacolo prevedibile“.

In sostanza, si può guidare scalzi ma qualora ciò sia la causa di un incidente o di un sinistro, il conducente che non indossava le scarpe chiuse è maggiormente esposto a responsabilità di varia natura.

La posizione della Polizia di Stato

Detto del ‘vuoto’ normativo all’interno del Codice della Strada, è bene prendere atto anche di ciò che riporta, a proposito della guida senza calzature chiuse, anche il sito ufficiale della Polizia di Stato.

In risposta a precisa domanda – relativa alla possibilità di guidare l’auto indossando i sandali infradito – su www.poliziadistato.it si legge: “non esiste più alcun divieto dal 1993 circa l’uso di calzature di tipo aperto (ciabatte, zoccoli, infradito) durante la guida di un veicolo né è vietato guidare a piedi nudi. Il conducente deve autodisciplinarsi nella scelta dell’abbigliamento e degli accessori al fine di garantire un’efficace azione di guida con i piedi (accelerazione, frenata, uso della frizione)“.

La Polizia di Stato informa anche che nel Codice della Strada in vigore fino al 1992 “era espressamente previsto nel regolamento di esecuzione il divieto di condurre i veicoli indossando calzature aperte (tipo zoccoli, ciabatte, ecc.)“.

Questa limitazione è stata abrogata, affidando all’automobilista “la discrezionalità e l’apprezzamento di opportunità circa il tipo di scarpe da utilizzare durante la guida“. A tal proposito, la Polizia sottolinea l’importanza dello sviluppo tecnologico del settore automobilistico e, nello specifico, “la realizzazione di veicoli particolarmente duttili all’azione di guida (riduzione della corsa del freno e della frizione, servo freno, riduzione dell’energia di pressione dell’acceleratore, ecc.), per cui il conducente, con leggere pressioni del piede – che non richiedono l’uso di calzari robusti e fermati al piede – ottiene risultati di guida molto efficaci“.

I rischi della guida senza scarpe

In estrema sintesi, guidare scalzi non rappresenta una violazione delle disposizioni del Codice della Strada ma si pone come una scelta potenzialmente pericolosa per se stessi e per gli altri automobilisti. Quando ci si mette alla guida di un veicolo senza calzature chiuse o allacciate, il controllo dei pedali può risultare più difficoltoso.

La scelta meno consigliata, da questo punto di vista, è quella di guidare in pantofole o calzando sandali aperti: il rischio maggiore, in casi del genere, è quello che la calzatura si sfili e si incastri sotto uno dei pedali (pregiudicandone il corretto funzionamento) oppure impedendo il corretto contatto tra il piede e la leva (con conseguenze potenzialmente pericolose se, ad esempio, il conducente non riesce ad azionare per tempo il freno). Anche per questo, è preferibile guidare la macchina scalzi; questa scelta, però, può rivelarsi parimenti pericolosa se, ad esempio, i piedi sono bagnati o resi scivolosi da residui di sabbia o altro. Anche in questo caso, il rischio maggiore è quello di non riuscire ad azionare correttamente i pedali.

Guidare scalzi: i rischi dal punto di vista assicurativo

Nel caso in cui si verifichi un incidente e l’automobilista fosse senza scarpe, quest’ultimo potrebbe subire la rivalsa da parte della compagnia assicurativa. In uno scenario simile, è di fondamentale importanza quanto rilevato e riportato in verbale dagli agenti dell’organo accertatore: se, infatti, sul verbale di accertamento, l’assenza di calzature chiuse viene indicata come la causa o una delle concause del sinistro, la compagnia di assicurazione, dopo aver pagato i danni causati dall’incidente, potrebbe chiedere all’automobilista di corrispondere la cifra equivalente.

In sostanza, i danni causati dall’incidente verrebbero pagati dall’assicurato e non dall’assicuratore. Questa eventualità può essere evitata, al momento della stipula del contratto di assicurazione, inserendo una clausola di rinuncia alla rivalsa in caso di infrazioni del Codice della Strada. Il consiglio, quindi, è quello di appellarsi al buon senso e di scegliere sempre il tipo di calzatura più consono alla guida della vettura, per evitare di mettere a repentaglio sia la propria sicurezza sia quella degli altri utenti della strada. Inoltre, in tal modo è possibile evitare il rischio di essere sanzionati o di dover farsi carico delle spese di risarcimento dei danni provocati a danno di terzi.

Evitando di guidare senza scarpe si evitano anche multe per il mancato rispetto degli articoli 140 e 141 del Codice della Strada. Le eventuali sanzioni andrebbero impugnate facendo ricorso, con un ulteriore dispendio di tempo e risorse facilmente evitabile facendo leva sul buon senso.